Grecia: accordo tra governo Tsipras ed Eurogruppo
Il governo greco e i ministri dell’Economia della zona euro si sono accordati per estendere di altri 4 mesi il piano di salvataggio finanziario della Grecia.
Nuove relazioni con l’Eurozona
L’Eurogruppo e il governo di Alexis Tsipras si sono accordati sul piano di salvataggio finanziario della Grecia: sarò esteso di altri 4 mesi. “Abbiamo raggiunto un accordo nell’interesse della maggior parte della Comunità Europea”: così ha salutato il raggiungimento dell’obiettivo Yannis Varoufakis, ministro delle Finanze greco.
In cambio degli aiuti finanziari, Atene si impegna ad attuare una lista di riforme che verrà presentata ai ministri dell’Eurozona lunedì dal governo Tsipras. “Credo che sia stato fatto un passo avanti verso la ricostruzione della fiducia, come sapete la fiducia se ne va molto più velocemente di come arriva”: ha dichiarato soddisfatto Jeroen Djesselbloem, presidente dell’Eurogruppo.
Adesso tocca al ministro Varoufakis elaborare delle misure che convincano i creditori internazionali della Grecia. Se le riforme non saranno accettate, l’accordo raggiunto ieri potrebbe saltare. Se, invece, andasse tutto secondo i piani, la Grecia riceverà 7,2 miliardi di euro per i prossimi 4 mesi. Senza questa tranche di aiuti il governo greco si sarebbe trovato senza liquidità tra Marzo e Giugno.
Mezzo passo indietro per la Grecia?
“Durante i prossimi mesi tenteremo di ricostruire nuove relazioni con l’Europa e il Fondo Monetario Internazionale” ha dichiarato Varoufakis. Certo è che il piano di salvataggio della Grecia era stato interrotto i primi giorni di febbraio proprio dal governo Tsipras: Syriza ha vinto le elezioni promettendo di non trattare più con la Troika, allora, i ministri dell’Eurozona si sono riuniti in questi giorni per discutere le questioni relative a un nuovo accordo sul debito direttamente col governo greco.
Adesso, il piano di aiuti che il governo Tsipras ha sempre dichiarato di voler rifiutare è stato prorogato di 4 mesi. Tuttavia, Atene avrà la possibilità di decidere quali riforme attuare, non senza che queste passino al vaglio dei capi della finanza però. Passo avanti, mezzo passo indietro, compromesso tra le posizioni, se non è un “ritorno all’austerity”, al momento sembra che a spuntarla sia stata Bruxelles.