Ue-Grecia, Prodi: accordo provvisorio e pieno di ambiguità
Negli ultimi mesi Prodi è molto critico nei confronti dell’Europa. Di recente ha criticato le scelte fatte in relazione alla Libia ed oggi, all’indomani dell’accordo raggiunto tra la Grecia e l’Eurogruppo il professor Prodi emette un giudizio severo.
“Non era difficile prevedere che a Bruxelles vi sarebbe stato un accordo sul caso greco”, ma considerando “il freddo esistente nella politica di solidarietà europea era tuttavia altrettanto facile prevedere che sarebbe stato un accordo provvisorio e pieno di ambiguità”. Lo scrive Romano Prodi in un editoriale sul Messaggero.
Prodi: c’è poco tempo per riforme in Grecia
“Di fatto la Grecia ha ottenuto una dilazione di quatto mesi per mettere in atto le riforme destinate ad arginare la crisi ma si è dovuta impegnare a dare attuazione a queste riforme con decisioni rapide, dure ed obbligate, decisioni che debbono partire fin dalla giornata di domani. Non si tratta di un problema di poco conto perché le misure da prendere sono in aperto contrasto con gli impegni che Tsipras aveva assunto di fronte agli elettori durante tutta la campagna elettorale, impegni che prevedevano forti aumenti dei salari e delle pensioni e una maggiore spesa pubblica per fare fronte al drammatico arretramento delle condizioni di vita delle classi più povere del Paese”.
Prodi: Governo greco isolato
“Alla fine della lunga trattativa notturna di Bruxelles si è parlato di una ‘costruttiva ambiguità”. L’attenta lettura dei comunicati e dei commenti ci porta invece a concludere che si è trattato di una sostanziale capitolazione del giovane governo greco che a Bruxelles si è trovato “del tutto isolato” con la Germania che “ha avuto gioco facile a radunare attorno a se’ la sostanziale unanimità dei Paesi dell’Eurogruppo”.
Così l’Europa continua a “spostarsi da un’Europa comunitaria ad un’Europa intergovernativa”. “Ancora una volta si è trattato di una decisione provvisoria, che non chiude un problema preparando un futuro di regole condivise ma che, al contrario, scarica problemi e tensioni direttamente sulla politica interna dei Paesi”.