Argentina: Cristina Kirchner non sarà incriminata
Argentina: il giudice federale Daniel Refecas ha deciso di non incriminare Cristina Kirchner. Le accuse del Procuratore Alberto Nisman non sono sostenute da alcun riscontro.
Le accuse di Nisman
Il procuratore Alberto Nisman, aveva depositato una denuncia al riguardo il 14 gennaio, ha accusato il Presidente argentino Cristina Kirchner di aver insabbiato, con l’aiuto del suo ministro degli Esteri Hector Timerman, le responsabilità iraniane in merito all’attentato del 18 luglio 1994 all’Associazione mutuale ebraica di Buenos Aires, in cui persero la vita 85 persone, così da poter ottenere da Teheran un prezzo “di favore” per le forniture di greggio e attenuare la crisi economica in cui versava il paese.
Nisman, il 19 gennaio, è stato ritrovato senza vita nel suo appartamento: il giorno dopo avrebbe dovuto presentare gli sviluppi della sua inchiesta ai parlamentari argentini. Il Procuratore è morto in circostanze misteriose: si sarebbe suicidato, gli investigatori non hanno escluso che possa essere stato indotto a farlo sotto il peso di forti minacce.
Secondo la Kirchner stessa, la morte di Nisman è stata orchestrata da una parte dei servizi segreti per metterla in difficoltà. Le accuse di Nisman erano state portate avanti ufficialmente il 13 febbraio dal Procuratore Gerardo Pollicita.
Nessuna prova
Secondo il giudice federale Daniel Refecas le accuse presentate da Nisman, anche se corroborate da ulteriori elementi aggiunti da Pollicita, “non sono sostenute da alcun riscontro probatorio”. Il giudice ha precisato che dove Nisman vedeva “oscuri intrighi” lui ha trovato solo “salti immaginativi” della Procura.
“In nessun modo, neanche in via ipotetica, è possibile sostenere in base agli elementi presentati che ci fosse in corso un piano criminale ordito dalla più alte autorità del paese” ha detto il giudice federale che, inoltre, ha contestato il valore di alcune intercettazioni che incastrerebbero la Kirchner: “addirittura in una di esse si ascolta Allan Bogado, risultato poi essere un agente segreto con a carico diverse denunce penali”.
Tra le altre cose, “se le accuse di Nisman fossero vere – sottolinea Refecas – dovremmo ammettere che uno dei maggiori esponenti del panorama politico argentino, dopo aver percorso per 20 anni la traiettoria della ricerca della verità, diventata presidente, abbia fatto un’inversione ideologica di 180 gradi, tradendo i suoi valori, il suo paese e coloro che cercano giustizia e istruendo anche i suoi collaboratori a fare la stessa cosa”.