M5S, la lettera dei delusi a cui Grillo non ha mai risposto
M5S, la lettera a cui Grillo non ha mai risposto. È una lettera datata ottobre 2014, inviata decine di volte, come loro stessi sostengono, da alcuni esponenti del movimento che mai ha ricevuto risposta da parte di Beppe Grillo. “Certi di una tua pronta replica” scrivevano. Era il tentativo di cercare un chiarimento, di provare a ricucire. Tutto inutile. Walter Rizzetto, Mara Mucci, Sebastiano Barbanti, Tancredi Turco e Gessica Rostellato i deputati firmatari della missiva che ora hanno lasciato il M5S per confluire in “Alternativa libertà”. Sono i delusi 5 stelle che domani, insieme ad altre associazioni e movimenti, si incontreranno a Firenze.
Maggiore trasparenza nel Movimento
Il contenuto principale della lettera è la richiesta di maggiore trasparenza nelle attività del movimento, soprattutto per quanto riguarda le votazioni e le consultazioni in rete. Una richiesta partita dal basso e che sarebbe dovuta arrivare, tramite i deputati eletti nelle liste del M5S, ai vertici del movimento: “Ciao Beppe, con la presente, in qualità di portavoce eletti alla Camera dei Deputati, ti giriamo una serie di quesiti ed una serie di richieste che ci giungono dai territori, da molti attivisti e da molti elettori del M5S. Proprio per il ruolo di portavoce che rivestiamo, non possiamo che inoltrare tali istanze a chi possa rispondere in maniera compiuta alle domande e a chi possa esaudire tali richieste”.
“Evitare qualsiasi condizionamento al voto”
Le richieste erano molteplici: “Ogni genere di votazione sia certificato da soggetto esterno” e, inoltre, che ogni voto fosse “annunciato con anticipo e sia corredato da informazioni che permettano un voto consapevole. Auspicabile (su temi che lo permettano) proporre opinioni divergenti. Evitare assolutamente qualsiasi condizionamento al voto. Votazioni divise tra: strategie politiche o votazioni su persone (chiuse solo agli iscritti certificati) e sondaggi invece aperti a tutti i cittadini”. Liste degli iscritti certificati da pubblicare anch’esse online, secondo quanto chiesto nella lettera.
La modifica del Lex
I delusi proponevano una modifica anche del Lex, il sistema con il quale gli attivisti sul blog intervengono sulle proposte di legge: “Non pubblicare le proposte di legge ed attendere i commenti con cui implementarle, ma fare il contrario. Aprire, quindi, discussioni specifiche sui temi proposti dagli eletti che raccoglieranno gli spunti sintetizzandoli nelle proposte di legge”.
Chiarezza sullo staff di Beppe Grillo
Gli ex 5 stelle avrebbero voluto mettere sotto la lente di ingrandimento anche lo staff di Beppe Grillo chiedendone “la pubblicazione della composizione, aree di competenza, ruoli, curricula dei componenti”. Inoltre avrebbero voluto conoscere i “nominativi dei soggetti che scrivono gli articoli sul blog e di chi sia in possesso delle credenziali di accesso e pubblicazione; dichiarare chi, tra gli eletti (a vari livelli) sia in possesso delle credenziali di accesso al Blog e ai vari profili dei social network e sia autorizzato alla pubblicazione di post, articoli, etc.”.
No pubblicità sul Blog
Ma le richieste andavano anche oltre la trasparenza. Chiedevano di togliere dal blog ogni sorta di pubblicità e promozione. Ma si sarebbero accontentati anche solo di veder reso pubblico il fatturato derivante da queste.
“Valorizzare lavoro commissioni parlamentari M5S”
Togliere dal blog i riferimenti a blog riconducibili alla Casaleggio associati e “valorizzare attivamente il lavoro svolto dalle commissioni parlamentari M5S”. Non solo trasparenza, i delusi chiedevano anche più meritocrazia all’interno del movimento: “Introdurre i necessari principi meritocratici nella selezione delle candidature; utilizzare limitazioni omogenee alle candidature a tutti i livelli (da decidere con votazione pubblica)”. Aggiungevano: “La sola iscrizione al blog non può essere ‘IL’ requisito per la candidatura essendo la partecipazione un principio fondante il M5S”.
Confronti e incontri periodici
Ma gli ex grillini chiedevano anche l’istituzione di “un organismo collegiale di garanzia (presente e previsto comunemente nell’associazionismo) con membri a rotazione (anche terzi) per vagliare diatribe interne, problemi ed espulsioni” oltre che di “periodiche riunioni tra Staff/Grillo ed i portavoce, ai diversi livelli, per ogni regione”. Erano certi, gli allora deputati cinque stelle, che di li a breve avrebbero avuto un incontro chiarificatore con Beppe Grillo. Un incontro che non c’è mai stato.