Riconoscimento Palestina: sulle mozioni approvate dalla Camera
Riconoscimento Palestina: esperti di cose di Medio Oriente spiegano che per contrastare il terrorismo jihadista “non basteranno armi e denaro”, ma che l’Occidente deve essere “ in grado di proporre al mondo sunnita una narrazione alternativa e più convincente”[1].
Le due mozioni
Uno di questi nuovi racconti è sicuramente costituito dal riconoscimento dello Stato di Palestina[2]. In questo senso, la Camera dei deputati ha approvato due mozioni. La prima prevede di «continuare a sostenere in ogni sede l’obiettivo della costituzione di uno stato palestinese che conviva in pace, sicurezza e prosperità accanto allo Stato di Israele, sulla base del reciproco riconoscimento», mentre la seconda impegna il Governo «a sostenere sia in sede bilaterale che multilaterale, di concerto con i partner europei, la tempestiva ripresa del negoziato diretto fra israeliani e palestinesi, come via maestra per la realizzazione degli Accordi di Oslo» e a «promuovere il raggiungimento di un’intesa politica tra Al-Fatah e Hamas che, attraverso il riconoscimento dello Stato d’Israele e l’abbandono della violenza, determini le condizioni per il riconoscimento di uno Stato palestinese»[3].
Si tratta sicuramente di due mozioni dal contenuto molto diverso. Ma, in considerazione del fatto che l’ambasciata israeliana a Roma ha fatto sapere di accogliere positivamente la scelta del Parlamento italiano[4], non sono affatto ridicole[5]. E’ pacifico sostenere che il primo passo per la creazione vera e propria di uno Stato Palestinese è il necessario coinvolgimento di Israele e di conseguenza il suo beneplacito.
Pressione esterna
La pace e la conseguente nascita dello Stato di Palestina sono talmente necessari che è utile “astrarsi dal piano della giustizia e porsi su quello della possibilità”[6]. Questa considerazione si basa sul fatto che l’equivoco in cui spesso cade la Comunità Internazionale è l’illusione che Hamas e Israele desiderano realmente una pace.
Hamas e Israele sono “ nemici sul campo, ma alleati nel seppellire ogni residua possibilità anche solo di immaginare una pace fondata sulla soluzione dei due Stati”[7]. Il cinismo è l’unico comune denominatore tra le rivendicazioni. Israele non ha alcun interesse ad eliminare Hamas in quanto una volta creato un vuoto, esso sarà riempito da qualcun altro. E questo qualcun altro potrebbe essere anche il califfato dell’Is che è pronto ad espandersi.
Allo stesso modo, Hamas torna al centro della scena politica palestinese poiché è capace di “usare la guerra per risollevare il proprio credito nel composito ed eterodiretto fronte della resistenza palestinese”[8]. In questo quadro così complesso, dove si combatte anche per pochi chilometri quadrati, dove il compromesso è visto come debolezza, dove anche “dichiarare accettabile una concessione significa privarla automaticamente di valor contrattuale”[9], deve essere la Comunità Internazionale a imporre compromessi non giusti, ma possibili.
Solo una pressione esterna può dissuadere sia gli israeliani e palestinesi a rinunciare all’intransigenza. Per questo motivo, anche se confuso e apparentemente contrastante, costituisce un bene l’approvazione delle due mozioni sopra citate.
Francesco Migliore
[1] Cfr. Mario Giro, La sfida che ci lancia lo Stato Islamico, in Limes, 29/12/2014
[2] In questo Cfr. Daniela Preziosi, Scotto (Sel): «Un sì alla Palestina è un colpo all’Isis», in Il Manifesto, 20/02/2015.
[3] La prima mozione è del Partito Democratico sulla «promozione» del riconoscimento dello stato di Palestina è stata approvata con 300 voti favorevoli e 45 contrari, mentre la seconda che subordina l’impegno per il riconoscimento dello Stato palestinese al raggiungimento di un’intesa politica tra i palestinesi e alla ripartenza del processo di pace, è di Area Popolare ed è stata approvata con 237 sì e 84 no.
[4] Cfr. Riconoscimento Palestina, Camera approva due mozioni contrastanti. Israele plaude, in La Repubblica, 27/02/2015
[5] In questi termini si è espresso Stefano Fassina. Cfr. Palestina, ok della Camera a 2 mozioni: ma una sola è per riconoscimento, in Il Fatto quotidiano, 27/02/2015
[6] Cfr. Giovanni Fontana. Israele e Palestina. L’unica pace possibile. In Le Maschere del Califfo, in Limes, cit. p. 199
[7] Cfr. Umberto De Giovannangeli, Per Israele Hamas è il male minore, in Le Maschere del Califfo, in Limes, cit. p. 220
[8] Cfr. Umberto De Giovannangeli, Per Israele Hamas è il male minore, in Le Maschere del Califfo, in Limes, cit. p. 220
[9] Cfr. Giovanni Fontana. Op. cit. p. 202