Elezioni Estonia: è il voto elettronico a dare uno “schiaffo” a Putin
Elezioni Estonia: ieri il partito riformista del premier uscente Tami Roivas ha vinto le elezioni legislative anche se i sondaggi davano in testa il Partito di Centro.
Risultati definitivi
L’Eesti Reformierakond, partito liberale e riformista, di Tami Roivas con il 27,7% dei consensi si conferma primo partito d’Estonia, giunge secondo con il 24,8% dei voti l’Eesti Keskerakond (KESK), partito di centro e filo-russo guidato da Edgar Savisaar, sindaco di Tallin.
Diversamente dal 2011, quando solo 4 partiti varcarono la soglia del Rigigoku, il Parlamento estone, secondo i risultati definitivi hanno superato la soglia di sbarramento del 5% ben 6 forze politiche.
Oltre ai Riformisti (30 seggi – in calo dello 0,9%, hanno perso 3 seggi) e ai Centristi (in salita dell’1,5%, 27 seggi), confermano la loro presenza tra gli scranni sia i Socialdemocratici (in netto calo: 15,2% e 15 seggi) sia il Partito di centro-destra IRL (13,7% e 14 seggi).
Si affacciano per la prima volta in Parlamento, conseguendo un risultato al di sopra delle aspettative, il Partito libero, centro-destra, che ottiene l’8,7% e 8 seggi e il Partito del Popolo Conservatore, euroscettico e anti-immigrazione (8,1% e 7 seggi).
L’affluenza alle urne è stata del 64,2%, in leggera crescita rispetto al 2011. Rilevante il peso del voto elettronico: ben 176mila elettori hanno espresso il proprio voto via computer, 36mila persone in più rispetto a quattro anni fa, il 19,6% del totale dei votanti.
Il dato ha avuto anche notevoli risvolti politici visto che, se si considera solo il voto elettronico, il Partito riformista sale al 37,5% e il Partito di centro scende addirittura al 7,7%. Una spaccatura dell’elettorato che non è sfuggita a Savisaar: “non vinceremo mai fino a quando ci sarà la possibilità del voto elettronico” ha dichiarato il sindaco di Tallin.
Formazione del governo
Sono già in corso le trattative per la formazione di un nuovo governo. La coalizione che ha finora governato l’Estonia era formata dai riformisti di Roivas e dai socialdemocratici: un’alleanza che adesso arriverebbe massimo a 45 deputati, 6 in meno della maggioranza assoluta.
Roivas ha giudicato positiva la precedente esperienza di governo in coabitazione con i socialdemocratici, tuttavia, bisognerà considerate tutte le possibili opzioni tranne una: l’alleanza con il paritito di centro, che resterà isolato nel panorama politico estone anche se condivide con i riformisti i seggi dell’ALDE (alleanza di liberali e democratici per l’Europa) al Parlamento Europeo. Sembra esclusa anche un’alleanza con il Partito del Popolo Conservatore dichiaratamente anti-europeista.
L’ipotesi più probabile è il coinvolgimento dell’IRL, partito di centro-destra aderente al Partito Popolare Europeo, nella formazione del nuovo governo. Partito riformista, socialdemocratici e IRL sono già stati insieme al governo sotto la guida dell’ex premier liberale Andrus Ansip, oggi vicepresidente della Commissione europea con delega al mercato unico digitale. Non è esclusa la possibilità di coalizione con il Partito libero, l’eventualità è molto gradita da parte socialdemocratica.
Tra I-voting e “schiaffo” a Putin
L’Estonia è piccola ma è anche la guida della “rivoluzione digitale” che si sta svolgendo in campo internazionale, non solo per quanto riguarda il voto. Il governo ha fornito alla popolazione una carta d’identità informatica che permette di accedere a un gran numero di servizi online oltre a permettere di votare da casa propria. Il sistema di voto elettronico estone, in funzione dal 2005, nonostante da molti sia giudicato quello più all’avanguardia non ha mancato di far nascere delle polemiche alle ultime politiche del 2011.
In quell’occasione Paavo Pihelgas, studente dell’Università di Tartu, aveva dimostrato come un semplice virus sarebbe bastato per bloccare i voti a un certo candidato senza che fosse possibile accorgersene. Il tema è stato al centro di un’aspra diatriba elettorale fra il Partito Riformista al governo e l’opposizione. Successivamente il governo di Tallin ha reso noto il codice sorgente adoperato per gestire le operazioni di voto, tuttavia, le voci critiche non si sono del tutto assopite.
A mettere in dubbio la correttezza dei risultati del voto elettronico potrebbe essere, in primo luogo, il grande sconfitto di quest’ultima tornata di legislative cioè il Partito di Centro che, in pratica, rappresenta la minoranza russa (cioè un quarto degli Estoni). Il KESK rifiuta l’adesione alla Nato dell’Estonia e il suo leader Savisaar non nasconde la simpatia per il Presidente russo Vladimir Putin, espressa anche a proposito dell’annessione della Crimea.
L’Estonia da tempo lamenta una serie di violazioni del proprio spazio aereo da parte dell’aviazione di Mosca, inoltre, Roivas più volte ha denunciato dei tentativi di destabilizzazione da parte dell’ingombrante vicino. Lo “schiaffo” ricevuto da Putin con la sconfitta del Partito di Centro non è destinato a rimanere impunito, potrebbe essere proprio il “voto elettronico” la chiave della rappresaglia?