Riforma della scuola, niente decreto Assunzioni di settembre a rischio
La riforma della scuola, già slittata, si ferma: niente decreto, come era ormai certo fino a ieri sera, ma solo un disegno di legge con tutte le conseguenze del caso, soprattutto per quanto riguarda la tempistica. A rivelarlo è Repubblica, che racconta come nella serata di ieri il premier abbia cambiato idea sull’attuazione della riforma mettendo in pericolo le assunzioni del prossimo settembre. Va tutto dentro un disegno di legge parlamentare, “e che Brunetta si assuma l’onere di non far assumere 160 mila precari della scuola”.
Questa sarebbe la strategia di Renzi, che dopo le continue proteste e le contestazioni in Parlamento cerca di incastrare politicamente Forza Italia affinché si assuma le sue responsabilità circa la riforma scolastica. A rischio, infatti, c’è l’assunzione tramite concorso del prossimo anno, che potrebbero saltare anche se il pacchetto venisse approvato prima dell’estate, visto che per formare i concorsi e le commissioni servono mesi interi: “non possiamo fare gli scritti a Ottobre”.
Reazione ministro Giannini: basita
Sulla questione resta spiazzata il Ministro Giannini, passata al Partito Democratico dopo l’esperienza con Scelta Civica, che ha sempre portato una linea collaborazionista con il premier.
Renzi, infatti, sulla scuola ha più volte invaso il campo d’azione del ministro come sui commissari per la maturità e i test per le facoltà di medicina. Giannini, dal canto suo, non ha mai protestato e ha sempre subito le scelte del premier.
Ma con questa scelta, dopo mesi di lavoro di tutto il ministero per organizzare ogni dettaglio della riforma, il sistema scolastico potrebbe saltare o collassare. Il ministro si dice “basita” per le novità sviluppatesi in sole 3 ore ieri, novità che smontano un “lavoro di cesello, faticosissimo”. Il Ministro, molto infastidita dagli sviluppi, non vuole demordere e vuole cercare di far rientrare tutto nel disegno di legge tranne le assunzioni, costruendo una sorta di decreto assunzioni scuola. Per il resto si può aspettare ma le assunzioni sono indispensabili.
Scuola, assunzioni di settembre a rischio
E anche sulle assunzioni, in questi mesi, il ministro ha ritrattato: si era parlato di quasi 200mila assunzioni, si è scesi a 160mila e non sono ancora stati trovati i fondi, 1 miliardo di euro per il 2015 e 3 per il 2016. Una grande assunzione di massa, certo, che sblocca tutto il comparto ma che si rivela meno imponente degli annunci. Il piano prevede 90mila assunzioni subito, seguendo la graduatoria, più altri 10mila rimasti fuori dai concorsi del 2012. Per 15-18mila insegnanti ci sarà un anno ponte seguito da un concorso a se, mentre per altri 60mila per il concorso del 2015-2016. Le assunzioni in meno, quindi, sono circa 30mila rispetto agli annunci.
La situazione, ora, è in continuo mutamento e si attendono riscontri ufficiali da parte del Governo: se non ci saranno le assunzioni a settembre, comunque, il comparto scolastico potrebbe andare in enorme difficoltà.
Scuola, i sindacati lanciano l’allarme
“L’unico decreto legge che il Consiglio dei Ministri di oggi pomeriggio dovrebbe varare riguarda le assunzioni dei precari che non possono essere presi più un giro”. A prendere posizione, mentre è in corso un confronto tra il ministro Giannini e il Premier Renzi, è il sindacato Gilda. “Ci auguriamo – aggiunge – che il Governo non si sottragga a questa unica vera urgenza e che definisca con chiarezza l’organico, visto che nella bozza del decreto legge non c’è alcun riferimento al numero di assunzioni”. “Il mostro giuridico che il Governo stava preparando, e che minacciava di intervenire su materie di natura strettamente contrattuale come lo stato giuridico degli insegnanti, la carriera e le retribuzioni, è stato bloccato. La retromarcia di Renzi – sostiene il coordinatore della Gilda, Rino Di Meglio – è anche frutto della vasta mobilitazione promossa dalla Gilda domenica scorsa e che ha portato in poche ore migliaia e migliaia di docenti a inondare di appelli via web il presidente della Repubblica”. “Ci auguriamo che la discussione su La Buona Scuola venga portata in ambito parlamentare – conclude Di Meglio – e che si apra un confronto serio e approfondito con i sindacati. Ci rivolgeremo ai parlamentari con le nostre osservazioni per migliorare il disegno di legge del quale speriamo di poter leggere presto il testo definitivo”.
Francesco Di Matteo