Corruzione, al Senato slitta l’esame del ddl Area Popolare minaccia di votare contro
Slitta l’esame nell’Aula del Senato del ddl anti corruzione. La conferenza dei capigruppo di palazzo Madama ha deciso di metterlo in calendario anzichè domani com’era previsto da tempo, nella settimana dal 17 al 19 marzo.
Corruzione, la polemica di Casson
Il testo del ddl sulla corruzione è stato criticato duramente dal senatore Pd Felice Casson, in un’intervista a Repubblica. Nel testo, spiega, c’è “mancanza di coraggio, perchè quando si parla di anti-corruzione, di prescrizione e di falso in bilancio, il Nuovo centrodestra si ritrova automaticamente con Forza Italia. Il governo va in difficoltà e quindi cerca un compromesso, che in questo caso non mi pare molto onorevole”. Casso dichiara che non voterà il testo: “Voterò la proposta che, come senatori del Pd, abbiamo presentato fin da giugno del 2014, che prevede cioè una pena fino a 6 anni, dando la possibilità alla magistratura di fare intercettazioni”. Afferma che “sono anni che, come Democratici, cerchiamo di rendere concretamente punibili i delitti di falso in bilancio. E invece, all’ultimo momento, si decide di non farlo per bene”.
“Questa legge non è affatto un regalo, ma un macigno” il viceministro alla Giustizia, Enrico Costa, di Ncd, difende invece la nuova formula per il falso in bilancio, previsto nel ddl sulla corruzione. “Quando il testo arriverà in commissione tutti verificheranno che si è raggiunto un equilibrio tra le spinte eccessivamente garantiste e quelle eccessivamente giustizialiste”, afferma a Repubblica, spiegando di trovare “fuorviante che la discussione si incentri non sulla pena appropriata per il falso in bilancio, ma sull’esigenza di raggiungere quella soglia tale da consentire le intercettazioni. È essenziale – aggiunge – colpire i falsi in bilancio finalizzati a creare fondi neri. Ma un lievissimo scostamento in una piccola impresa non può avere lo stesso trattamento”.
Prescrizione, AP vota contro testo riforma
Area popolare (Ncd-Udc) voterà contro il testo di riforma della prescrizione all’esame della commissione Giustizia della Camera. Secondo quanto dice all’ANSA il capogruppo Ap della commissione, Alessandro Pagano, “si rischia di portare il termine della prescrizione a 25-30 anni, inammissibile per un paese civile che deve garantire gli innocenti e una ragionevole durata del processo”. Dura la reazione della relatrice del provvedimento, la renziana Sofia Amoddio: “Ricordo che la corruzione tra tutti i reati contro la Pubblica Amministrazione è quello più difficile da scoprire perché si fonda su un patto tra corrotto e corruttore. Di qui la necessità di un tempo lungo per la prescrizione del reato. Mi pare in definitiva che la posizione di Area popolare sia completamente incomprensibile”.