L’Istat frena gli entusiasmi: nel 2014 il Pil a -0,4%

Pubblicato il 5 Marzo 2015 alle 14:56 Autore: Redazione

In attesa della tanto auspicata crescita del PIL, seppur minima, prevista per i primi tre mesi del 2015, l’Istat riporta tutti con i piedi per terra. Pubblicata nella mattinata di oggi, l’ultima rilevazione dell’Istituto Nazionale di Statistica ha infatti confermato l’andamento al ribasso del Prodotto Interno Lordo relativo allo scorso anno.

Il dato in oggetto si riferisce al quarto e ultimo trimestre del 2014, che ha registrato un calo dello 0,5%. Come fa notare il comunicato ufficiale, il periodo preso in esame ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente; pertanto, il complessivo -0,4% che ne risulta rappresenta il dato corretto per gli effetti del calendario, dato in peggioramento rispetto alla stima preliminare, diffusa il 13 febbraio scorso, in cui si registrata una diminuzione dello 0,3%.

Istat

Istat: Agricoltura in crisi

In particolare, il settore che perde di più è l’agricoltura, che in termini tendenziali perde il 6,9%. Soffrono anche l’industria e il settore delle costruzioni, che mantengono un trend negativo rispettivamente dell’1,4% e del 3,2%. Meglio il terziario, in cui si rileva un incremento dello 0,2%. Dati positivi arrivano anche da importazioni ed esportazioni, che registrano un aumento rispettivamente dello 0,3% e dell’1,6%.

Nelle ultime settimane, proprio l’Istat aveva annunciato una lieve ripresa, prevista per il primo trimestre dell’anno in corso. Secondo le previsioni, infatti, l’incremento del Pil per l’inizio 2015 dovrebbe attestarsi intorno allo 0,1% (primo dato positivo dopo tre anni), ma – come precisato dall’Istat – con un intervallo di confidenza che va da -0,1% a +0,3%. Contestualmente, si tornava a parlare anche di crescita dell’occupazione. La notizia fu accolta con ostentato entusiasmo da parte di Renzi, del ministro Poletti (che aveva parlato di “segnali incoraggianti”) e della maggioranza tutta. La rilevazione odierna, tuttavia, invita a mantenere maggiore cautela, almeno fino al 29 maggio, data in cui l’Istat pubblicherà la prossima diffusione.

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