Libia, Prodi avverte: “Un intervento provocherebbe un altro Iraq”
Intervenire militarmente in Libia porterebbe il caos, come successo in Iraq. E’ quello che pensa Romano Prodi. ” Dal dopo Gheddafi, è un incessante bagno di sangue. Ma c’è per fortuna la convinzione generale che un intervento esterno sul terreno sia impossibile, per la natura frammentata dello scontro e perchè avrebbe l’effetto di unire tutti contro l’invasore. Rischieremmo un secondo Iraq” afferma l’ex premier al Corriere della Sera.
Libia, Casini: “Blocco navale necessario”
Una delle soluzioni da adottare per risolvere la polveriera libica è, secondo Pier Ferdinando Casini, il blocco navale. “Il blocco navale alla Libia sotto l’egida dell’Onu va fatto, è necessario. E bisogna pensare pure al blocco delle importazioni di petrolio come spinta verso una soluzione politica” spiega il presidente della Commissione Esteri del Senato, in un’intervista al Messaggero. “Il blocco – osserva – è cosa diversa da Mare Nostrum o Frontex e servirebbe contro l’afflusso di altre armi leggere e pesanti in Libia. Solo l’arsenale dei gruppi di Misurata è stimato in 800 carri armati per 40mila uomini, più le forze islamiste di Tripoli e quelle di Tobruk: una ‘bomba atomicà nel deserto, davanti alle nostre coste”. La nostra strategia, aggiunge, “dev’essere il dialogo politico con una mano e il blocco navale con l’altra, a supporto del dialogo e quanto meno, dovremmo minacciare di bloccare le importazioni. Il petrolio libico non è indispensabile come prima. I blocchi, navale ed energetico, possono contribuire a far camminare la mediazione”.