Yemen: l’inizio di un nuovo conflitto regionale
Yemen: l’Arabia Saudita continua a bombardare le roccaforti Houthi. Oggi i leader arabi si incontrano: verrà formata una coalizione per sconfiggere i ribelli.
Continuano i raid
I raid dell’aviazione saudita sullo Yemen sono giunti al terzo giorno consecutivo: il generale di brigata dell’esercito yemenita Al Subaihi ha detto ad Al Jazeera il 40% delle difese aeree di Sana’a è stato distrutto.
Stando ai dati del ministero dell’Interno yemenita, vicino agli Houthi, ci sarebbero stati almeno 45 morti finora, 24 solo nella giornata di ieri. Per Amnesty International sono 6 i bambini morti da giovedì. The Associated Press, citando fonti interne alle forze di sicurezza di Sana’a, riferisce che sarebbero all’incirca 80 gli appartenenti alle milizie ribelli deceduti durante gli attacchi aerei.
La coalizione araba
I leader arabi si riuniranno oggi a Sharm El Sheikh: l’incontro orbiterà sulla crisi nello Yemen e in particolare sulla creazione di una forza militare congiunta che intervenga contro gli Houthi e ristabilisca il legittimo governo del Presidente Mansour Hadi.
“La campagna continuerà fino a quando sarà necessario” ha detto il generale Ahmed Al Asiri un portavoce della coalizione, de facto, già operativa. L’Arabia Saudita potrà contare sulla collaborazione di Egitto, Giordania, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Kuwait, Bahrein e Sudan. I raid aerei saranno intensificati, grazie al supporto logistico assicurato dagli Usa, ma in molti pensano che non saranno sufficienti, dunque, è possibile che si stia progettando anche una breve operazione di terra con azionisti di maggioranza Arabia Saudita ed Egitto.
La priorità è quella di impedire agli Houthi di conquistare anche Aden, la seconda città del paese attuale “capitale provvisoria” e importante snodo marittimo, dove si sono asserragliate le forze fedeli al governo di Hadi. Secondo molti analisti l’intervento di terra potrebbe determinare la caduta del paese in una sanguinosa guerra civile sul modello siriano e iracheno.