Transnistria: una bomba pronta a esplodere?

Pubblicato il 31 Marzo 2015 alle 14:30 Autore: Guglielmo Sano

Transnistria: secondo una rivista francese, la regione al confine con la Moldavia sarebbe al centro di una strategia per provocare Putin.

L’annuncio di Poroschenko

Risale a circa due settimane fa l’annuncio del Presidente ucraino Petro Poroschenko. Durante una conferenza stampa con il Presidente rumeno Werner Yohannis, ha dichiarato di aver raggiunto un accordo con Romania e Moldavia per “scongelare il conflitto e permettere alla Moldavia sovrana e indipendente di ristabilire la propria integrità territoriale reintegrando la regione della Transnistria”.

Indipendente de facto

La Transnistria, regione al confine tra Moldavia e Ucraina, si è resa indipendente da Chisinau ancora prima della disgregazione dell’Unione Sovietica, temendo che la stessa Moldavia potesse unirsi alla Romania. Nel 1992, dopo una guerra durata appena 142 giorni, la Moldavia perse totalmente il controllo sulla regione.

Da quel momento la pace viene garantita da una forza di pace, stanziata in una “zona cuscinetto” al confine con la Moldavia, formata da militari russi, moldavi oltre che da miliziani della Repubblica Moldava di Transnistria. Nella regione – abitata da moldavi, russi e ucraini in percentuali equivalenti – sono presenti anche 2mila militari russi rimasti a guardia dei depositi di munizioni lasciati dalla 14esima armata dell’URSS.

A ciò bisogna aggiungere che la piccola repubblica dipende letteralmente dalla Russia: secondo il The Guardian il suo budget dipende per il 70% dagli aiuti di Mosca, anche se sono drasticamente diminuiti nell’ultimo anno complice la crisi del rublo e il calo del prezzo del petrolio. Inoltre, contestualmente all’annessione della Crimea, dalle autorità di Tiraspol vennero fatte recapitare al Cremlino 30mila firme che chiedevano l’annessione della regione alla Federazione Russa.

transnistria

La reazione di Mosca

Non è ben chiaro cosa intenda Poroschenko” ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, aggiungendo di non poter credere cha l’Ucraina sia davvero interessata a riscaldare la situazione: “se intende un processo negoziale la Russia non può che essere d’accordo” ha continuato Lavrov, in caso contrario “l’Ucraina starebbe facendo il gioco di coloro che vorrebbero sfruttare le prospettive di adesione della Moldova all’Ue per costringere gli abitanti della Transnistria, per mezzo di ultimatum, ad accettare le condizioni di Chisinau”.

Conflitto regionale

La rivista francese Nations Presse ha dato la propria interpretazione delle parole del Presidente ucraino: “il desiderio di disgelo di vecchi conflitti si inserisce nel piano geostrategico americano per la regione. Con il rafforzamento della Nato nei paesi baltici e in Polonia, e con l’arrivo di blindati e aereomobili delle truppe statunitensi negli altri paesi che appartenevano al Patto di Varsavia, è ormai chiaro che stiamo assistendo ai preparativi degli Usa per far degenerare la situazione attraverso la creazione di un conflitto regionale”.

Nations Press riporta anche la testimonianza di Igor Strelkov, colonnello russo in pensione, che, sul suo profilo VK (social network russo, ndr), il 26 marzo ha scritto, precisando però di non aver avuto conferme ufficiali, “secondo gli abitanti della regione di Odessa, una colonna con attrezzature militari e truppe ucraine è in movimento verso il confine con la Transnistria”.

L’agenzia di stampa russa Sputnik News, oggi ha riferito che le truppe russe stanziate in Transnistria hanno affrontato una serie di esercitazioni “anti-terrorismo”. Che stia per aprirsi un nuovo fronte nella guerra a distanza tra Usa e Russia?

L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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