Italicum: domani il voto finale, ora si apre la partita del Senato
Il voto finale sull’Italicum è previsto per domani. Nessuna sorpresa, la riforma elettorale passerà, nonostante il ministro Maria Elena Boschi chieda a tutti di rimanere “cauti”. Dello stesso avviso è il premier Matteo Renzi che in un’intervista al Tg2 ha affermato che la partita sull’Italicum “non è finita. Fino a che non si chiuderà aspettiamo prima di fare un bilancio. La legge elettorale diventa un simbolo: per anni la classe politica è stata inconcludente. Se le cose vanno come spero, allora possiamo dire che abbiamo girato una pagina di una rilevanza pazzesca”.
Italicum, le opposizioni e il referendum abrogativo
Le opposizioni stanno pensando di disertare l’aula al momento del voto. Anche se tutto è ancora da decidere come spiega a Repubblica, Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera. “decideremo insieme a tutte le opposizioni il modo migliore per reagire a questa violenza inferta al Parlamento”. Quanto alla proposta di un referendum abrogativo sulla legge elettorale “ne stiamo discutendo con i gruppi parlamentari di tutte le opposizioni e dai primi contatti c’è questo orientamento. Però questa è una decisione che spetta ai partiti, non ai gruppi, quindi vedremo”. “Ne stiamo discutendo con tutti”, sottolinea, “anche con il Movimento 5 Stelle”. Nel “tutti” indicato da Brunetta ci sono anche i ribelli Pd come conferma Stefano Fassina in un colloquio con QN. “L’Italicum? Un simbolo dice Renzi? Via: questa è la terza legge elettorale in venti anni. In ogni caso, la partita non finisce domani”.
Dopo l’Italicum si apre la partita del Senato?
Il premier Matteo Renzi per ammorbidire le posizioni dei ribelli Pd aveva aperto, giorni fa, a possibili modifiche alla riforma del Senato. Il senatore di Ncd, Gaetano Quagliariello, in un’intervista alla Stampa, individua alcuni punti da ritoccare. “Senza scardinare quanto è stato fatto, si possono introdurre cambiamenti sostanziali collegando maggiormente i futuri senatori alla sovranità del popolo e affidando loro funzioni più significative, intervenendo sul modo in cui vengono scelti. Anche la riforma del Senato è un ‘Italicum’: non crea fino in fondo una camera delle Regioni e nemmeno una camera di garanzia. Se vogliamo rimanere all’interno dello schema del testo votato finora, dobbiamo far sì che il nuovo Senato sia un pò di più di entrambe. Altrimenti, bisognerà ripartire da zero”.
Il vicesegretario del Pd, Debora Serracchiani, assicura però che il Senato non è merce di scambio per ritrovare un equilibrio nel Pd. “Non c’è nessuna merce di scambio con il Senato – precisa al Corriere della Sera, la governatrice del Friuli -, la necessità di riforma prosegue, il lavoro è ancora in corso, durerà ancora parecchio tempo. Se ci saranno modifiche o nuove iniziative verranno valutate, c’è sempre stata una disponibilità, se si tratta di migliorare il testo”.