Reddito di cittadinanza, M5S al Pd “780 euro soglia minima”
Reddito di cittadinanza, è e resta uno dei principali obiettivi tematici e politici del M5S.
Dopo la marcia organizzata dal MoVimento sabato 9 Maggio e alcuni scambi di battuta con una parte del Pd avanza a piccoli passi la possibilità di un dialogo al fine di introdurre la misura in Italia.
Reddito di cittadinanza, Di Maio (M5S) “780 euro soglia minima”
“In commissione inizino a presentare gli emendamenti senza ritardare ulteriormente sulle audizioni. Li vaglieremo. Se non si toccano i 780 euro al mese si può discutere di tutto”. Intervistato dalla Stampa Luigi di Maio, leader del direttorio M5S, ribadisce così di essere disposto al dialogo con il Pd sul reddito di cittadinanza. Spiega il perché di questa soglia: “780 euro al mese è la soglia di povertà certificata. Ci sono tanti professionisti, pensionati e disoccupati che guadagnano di meno ed hanno diritto alla dignità”.
La possibilità di punti d’incontro con la proposta della minoranza dem del Pd? “Non vedo punti d’incontro se il reddito costa 17 miliardi e loro vogliono dare meno soldi ai cittadini”.+
Di Maio “Speranza ha il suo voto, neanche più quello di Civati”
Il vicepresidente della Camera apre invece sulle coperture: «le possiamo discutere ma devono arrivare ai 780 euro”. Per fare approvare la legge, continua Di Maio, “serve la maggioranza non la minoranza del Partito democratico. A noi servono i numeri in Parlamento per approvarla, Speranza al massimo ha il suo voto, neanche più quello di Civati”.
Speranza invita il Pd ad andare “in commissione al Senato e lavoriamo anche di notte. Io fermerei tutti i lavori del parlamento e approverei solo questa legge. In un solo colpo facciamo formazione lavoro, lavori di pubblica utilità, aiutiamo chi non arriva a fine mese e annientiamo il voto di scambio”. Di Maio torna sulla marcia Perugia – Assisi di sabato: “resterà alla storia come una pietra miliare delle nostre battaglie. Ma grazie a quei 50.000 cittadini ora tutti sanno. E se il Parlamento non si muoverà quei cittadini andranno a bussare alle porte del Senato per far approvare la legge”.
De Micheli (Pd) “No alle paghette”
Apre alla possibilità di introdurre il reddito di cittadinanza il sottosegretario Paola de Micheli. Cosi l’esponente del Governo: sul reddito di cittadinanza “la questione fondamentale è scegliere bene chi sono le persone e in quali condizioni si trovano per maturare il diritto ad avere un reddito minimo. È necessaria una selettività”. Nell’intervista a Repubblica afferma: “Più che un reddito di cittadinanza, dobbiamo immaginare misure progressive per combattere i veri nemici, che sono la povertà e la disuguaglianza”.
Per De Micheli “va individuata una platea senza cincischiare in atteggiamenti neo assistenzialisti. Dobbiamo riconoscere dei diritti, non una ‘paghetta’ a persone che in condizioni anche temporanee di povertà sono in attesa di avere un’altra opportunità di lavoro e di reddito. Una deriva neo assistenziale farebbe male al paese. Il reddito di cittadinanza di cui parla il Movimento 5 Stelle non è una proposta selettiva. Però per vincere la diseguaglianze bisogna colpire la povertà vera e quindi stringere il campo a chi ne ha veramente bisogno. Mi auguro comunque che davanti a proposte più realistiche i grillini ascoltino e si siedano a discutere». Il sottosegretario sottolinea come dopo la sentenza della Consulta sulle pensioni, l’agenda del governo «è oggettivamente cambiata. L’ordine dei fattori si è invertito perchè bisogna dare risposta sulle pensioni. Ma dopo è la lotta alla povertà la questione da affrontare”.