Migranti: no alle “quote”, sì alla “guerra”
Migranti: l’organo esecutivo dell’Ue mercoledì proporrà ai paesi europei nuove regole sui rifugiati tra l’appoggio tedesco e l’opposizione del Regno Unito.
Migranti: l’agenda della Commissione Europea
La Commissione Europea è pronta a proporre nuove regole in merito alla gestione dei “richiedenti asilo”. La discussione intorno all’argomento si è riaccesa dopo il vertice straordinario voluto dal governo italiano ma soprattutto dopo la strage nel Mediterraneo del 19 aprile. L’ONU ha stimato che circa 60mila migranti hanno tentato di traversare il Mediterraneo dall’inizio di quest’anno, i morti sono stati 1800, un numero 20 volte maggiore a quello registrato nello stesso periodo dell’anno scorso.
La Commissione Europea ha intenzione di stabilire delle “quote” di richiedenti da assegnare a ogni paese dell’Ue. Tali “quote” saranno determinate in base a una serie di indicatori economici (PIL, disoccupazione), oltre che alla popolazione totale del paese e ai richiedenti “accettati” in precedenza. Inoltre, secondo il Wall Street Journal, il piano prevede di trasferire in Europa circa 20mila rifugiati della guerra civile siriana che attualmente si trovano in campi profughi di Turchia e Libano. La seconda fase dell’agenda (fine 2015) prevede anche una redistribuzione tra i 28 dei rifugiati già presenti sul suolo europeo.
Migranti: superare Dublino III
Uno dei documenti più importanti che regola la categoria dei “richiedenti asilo” è il c.d. Dublino III, secondo cui il richiedente deve fare richiesta d’asilo nel primo paese Ue in cui arriva. È chiaro che in tal modo i paesi di “frontiera” (come l’Italia) si trovino più svantaggiati. Tuttavia, bisogna aggiungere che il maggior numero di “richiedenti” si trova in Germania e Svezia (l’Italia è al terzo posto): arrivano in aereo nel paese dopo aver richiesto un “visto turistico”. Ricapitolando Dublino III penalizza coloro che, per ragioni geografiche o culturali, attira un maggior numero di rifugiati.
La Germania (200mila richieste di asilo l’anno scorso) si è detta favorevole alla proposta delle “quote”. Stessa cosa dicasi per Italia e Malta che da molto tempo invitano gli altri paesi dell’Ue a una “condivisione” di responsabilità. Werner Faymann ha incoraggiato la proposta: “è una questione di equità – ha detto il cancelliere austriaco – l’asilo non è un atto di misericordia ma un diritto umano”. D’altra parte non sono pochi i paesi che si opporranno: il Regno Unito tra le “potenze” è il più contrario – il Financial Times ha definito “vergognosa” la posizione di Londra. Viktor Orban, leader ungherese, ha definito la proposta come “folle”, incontrando il favore di Estonia e Slovacchia.
Migranti: verso l’intervento militare in Libia
Se la discussione sulla ripartizione degli obblighi riguardanti l’immigrazione e l’accoglienza procede con difficoltà, l’Ue sembra essere compatta sull’intervento militare in Libia: il capo della diplomazia europea Federica Mogherini è pronta a proporre l’uso della forza nelle acque territoriali libiche al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il maggiore azionista della richiesta sembra essere proprio il Regno Unito: le operazioni, che si propongono di sgominare il traffico di esseri umani, dovrebbero coinvolgere 10 paesi dell’Ue, il comando dovrebbe essere affidato all’Italia, ancora non si conosce il grado di coinvolgimento della Nato. Ibrahim Dabbashi, ambasciatore libico all’ONU, ha dichiarato di non essere stato informato della proposta e, in ogni caso, di esservi contrario.