Jobs Act, Inps: “Boom di contratti a tempo indeterminato”
Qualcosa si muove nel mondo del lavoro. Almeno a sentire quanto dichiarato dall’Inps. Sembra infatti che la decontribuzione messa in campo dal Jobs Act abbia spinto in su la trasformazione di contratti precari in contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti.
Secondo i dati dell’istituto della previdenza, nei primi tre mesi del 2015 sono stati quasi 268mila i rapporti di lavoro instaurati con l’esonero contributivo fino a 8.060 euro previsto dalla legge di Stabilità. I numeri vengono esaltati dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che su twitter ostenta il proprio ottimismo.
Dati INPS confermano #Italiariparte https://t.co/1v9MyCPD9w pic.twitter.com/BSAAvuFvTB
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 11 Maggio 2015
La reazione dei sindacati
“Non ci troviamo di fronte ad una vera svolta, ma ad un grande regalo alle imprese e a meno diritti per i lavoratori”, commenta Serena Sorrentino, segretario confederale della Cgil: “Il saldo netto non è una ‘vera svolta’, considerando anche che i dati si riferiscono ai mesi in cui ha vigenza l’esonero contributivo della legge di stabilità e non il Jobs act”.
“Non occorreva dunque, cancellare diritti per far aumentare il tempo indeterminato”. Bisogna vedere “se basteranno i soldi e se le imprese che beneficiano di questo ‘doping’ renderanno veramente stabili questi rapporti di lavoro o se finito l’incentivo torneranno a licenziare, visto che il governo non ha reso selettivi gli incentivi. La Cgil – conclude Sorrentino – aveva chiesto da subito che gli incentivi fossero condizionati all’occupazione aggiuntiva, mentre vediamo che la maggioranza sono trasformazioni. Il governo corregga l’errore nella legge di stabilità 2015″.
Più sfumati della Uil, che comunque non nasconde le criticità della riforma renziana: “Nelle oscillazioni continue di cifre e percentuali, oggi è il giorno dell’ottimismo – dice il segretario generale Carmelo Barbagallo – . Se i dati odierni sull’occupazione fossero confermati pure dall’Istat, anche noi ne saremmo contenti. Certamente, la trasformazione da tempo determinato a tempo indeterminato è un fatto positivo per i diretti interessati, ma questo percorso è stato costruito con una riduzione delle tutele a carico degli stessi soggetti coinvolti. Noi ci proponiamo di utilizzare i prossimi rinnovi contrattuali per attenuare questo rapporto di forza favorevole, ora, solo agli imprenditori”.