Regionali Campania, ecco a voi il regno degli impresentabili
Le elezioni regionali in Campania rischiano di trasformarsi in una farsa. Nate male, con la candidatura di Vincenzo De Luca nonostante il rischio di ineleggibilità causa legge Severino. Finite peggio, con un’infornata di indagati e condannati nelle listini da far impallidire qualunque altro precedente.
La sfida tra i due big regionali Stefano Caldoro (Forza Italia) e Vincenzo De Luca (Pd) non è un inedito, essendo la riproposizione di quanto accaduto nel 2010. È inedita, invece, la quantità di impresentabili nei listini alleati di entrambi i presidenti.Come riporta Repubblica, nomi e cognomi poco opportuni si trovano in entrambi gli schieramenti.
Con Caldoro
Nel centrodestra, ad esempio, balza all’occhio l’ex tronista Domenico Cozzolino, salito agli onori della cronaca nel 2009 per essere stato spacciato come il finto fidanzato della prima “papi girl” della storia, Noemi Letizia. Ma questo è niente.
Marco Nonno, candidato di Fratelli d’Italia, è condannato a 8 anni in primo grado per devastazione, insieme con violente squadre di ultras, per guerriglia anti-discarica di Pianura. Luciano Passariello, indagato per riciclaggio su ville in Sardegna; Paolo Romano, ex presidente del consiglio regionale, sotto inchiesta per vicende di sanità inquinata. Infine, i consiglieri uscenti Massimo Ianniciello, Pietro Diodato, colpiti dalle indagini su “rimborsopoli”.
Con De Luca
Il problema è che, come si suol dire, Atene piange Sparta non ride. Il centrosinistra di De Luca ha imbarcato di tutto e di più, tanto da spingere un garantista come Matteo Renzi a definire “invotabili” alcuni candidati a supporto dell’ex sindaco di Salerno (condannato in primo grado per abuso d’ufficio).
Nell’ordine ci si imbatte nel nostalgico mussoliniano Carlo Aveta, nell’ex destrorso casalese Enrico Maria Natale, nell’ex candidato sindaco a Napoli per il Pdl Franco Malvano, nei cosentiniani Teresa Ucciero, Antonio Amente. Da ultima, forse la situazione più imbarazzante di tutte, quella di Corrado Gabriele, condannato in primo grado per violenza sessuale sui minori, come ha rimarcato appena ieri l’ex ministro Mara Carfagna.
Gabriele, capogruppo del Partito socialista italiano in Consiglio regionale, è stato condannato a 4 anni e 3 mesi nel 2011 – quand’era consigliere regionale del Pd – per abusi sulle figlie della sua compagna, una delle quali minorenne all’epoca dei fatti.
Il diretto interessato non ha tardato a replicare: “Per fortuna ho un rapporto meraviglioso con i miei tre figli che sono cresciuti con me e che sanno bene chi è il loro papà” dichiara Gabriele. “Anche le pietre a Napoli sanno che sono completamente estraneo ai fatti e alle circostanze, peraltro ridicole, che mi vengono imputate e proprio oggi sono ancor più ansioso di poterlo dimostrare, dato che dopo una lunghissima attesa di quattro anni, finalmente verrà celebrato il processo d’appello”.