Reddito minimo, Cei contro Grillo “Assistenzialismo non serve”
Il reddito minimo, promosso da Beppe Grillo e da parte del Pd, non piace alla Cei. “Accompagnare: la parola che il Papa ha detto a noi vescovi, la diciamo alla società. Accompagnare alla formazione, ad un lavoro, evitando progetti di assistenzialismo. Il reddito minimo ma anche la cassa integrazione non deve essere mai finalizzata a fare niente” dice all’Ansa mons.Giancarlo Bregantini, audito per la Cei in Parlamento.
Parole che trovano d’accordo Ncd. “Sono assolutamente condivisibili le considerazioni espresse da monsignor Bregantini, presidente della Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, il quale, audito in Commissione Lavoro al Senato in relazione alle ipotesi legislative di un reddito minimo garantito, ha invitato ad evitare ogni forma di assistenzialismo e ad agire contro la povertà prevenendola nei luoghi ove si forma” scrive Maurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro del Senato, nella sua rubrica Ve lo dico alle sei pubblicata sul blog dell’Associazione amici di Marco Biagi.
Reddito minimo, Grillo cerca l’asse con Maroni
Nonostante la bocciatura della Cei, Beppe Grillo va avanti e cerca un asse con il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, anche lui promotore di un reddito minimo in salsa lumbard. “Il M5S, come è avvenuto in Lombardia, presenterà proposte di legge per l’introduzione immediata del Reddito di Cittadinanza in tutte e sette le regioni in cui entrerà dopo le elezioni del 31 maggio” annunciail leader del M5S sul suo blog. “È una manovra possibile da realizzare, sia a livello nazionale, sia a livello regionale, grazie alla possibilità di accedere ai fondi sociali europei” spiega.
Obiettivo, dice Grillo, “garantire a ogni cittadino un reddito pari almeno alla soglia di povertà stabilità dall’Istat, incluse le pensioni minime che salirebbero a 780 euro. È il primo punto del nostro programma: Nessuno deve rimanere indietro!”