Quando Grillo diceva: “Il problema dell’Italia sono i pensionati”
Pagare tutto, pagare subito. Questo il mantra proferito dalle forze politiche di opposizione – tra cui Forza Italia, che votò nel 2011 il blocco delle indicizzazioni delle pensioni nelle sembianze del fu Pdl – a proposito della sentenza emanata dalla Consulta. Sentenza che il governo ha deciso di applicare predisponendo la restituzione di una esigua parte del “malloppo”, ovvero circa 2,1 miliardi sui 18 complessivi, con tanti cari saluti all’ormai celebre tesoretto.
La scelta dell’esecutivo, che ha incassato il plauso anche del presidente dell’Inps Tito Boeri, appare un compromesso accettabile, dal momento che restituire l’importo totale sarebbe equivalso a passare con la ruspa sui nostri già scassatissimi conti pubblici, alla stregua di quanto Salvini farebbe coi campi rom.
Il decreto del governo, battezzato Bonus Poletti, riguarda 3,7 milioni di pensionati – escludendo quelli che prendono pensioni più alte (oltre sei volte il minimo Inps) – con rimborsi a scalare che oscillano tra i 278 euro per coloro che percepiscono fino a cinque o sei volte il minimo e i 750 euro per gli assegni di importo pari a tre o quattro volte il minimo. I rimborsi saranno una tantum e il primo agosto questa prima parte dei soldi sarà già erogata agli aventi diritto.
Com’era prevedibile, il Bonus Poletti è stato subito osteggiato da leader o esponenti di opposizione che ora si professano nuovi aedi ed indefessi protettori dei diritti acquisiti dei pensionati. Per Grillo il Bonus Poletti è come la Corazzata Potemkin per Fantozzi: “Fa cagare”, scrive tranchant il leader 5 Stelle sul suo blog, con tanto di fotomontaggio che ritrae il ministro seduto sulla tazza del cesso.
“La Corte Costituzionale è stata chiara – ammonisce Grillo – I pensionati devono essere rimborsati integralmente. Il Bonus Poletti ha il dolce sapore di prugna dei famosi confetti e fa cagare: ti restituisce meno di quanto dovuto e ti fa credere che sia persino un favore. Secondo i dati della Cgia, restituiscono solo l’11% di quanto spetta ai pensionati. Un milione di loro non vedrà neanche un centesimo. Come si permettono dei non eletti da nessuno di trattare i cittadini da cornuti e mazziati? Ci pisciano addosso e ci dicono che piove (cit. Travaglio)”.
Più sobrio il commento di Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, che non usa metafore scatologiche ma comunque parla di “furto”: “Ci opporremo in tutti i modi ad un decreto di questo tipo e anche noi avvieremo una class action contro Renzi, contro il governo, per restituire tutto e subito ai pensionati italiani”. E pazienza se qualche anno fa fu proprio Brunetta a proporre un decurtazione di 500 euro dalle pensioni di anzianità da destinare ai “bamboccioni”.
“Una proposta del genere scatenerebbe le proteste dei sindacati, che sono quelli che difendono i genitori”, disse Brunetta. “L’Italia è piena di giovani perbene, che rischiano e che vogliono la libertà. La colpa, se hanno la libertà tarpata, è nostra, dei loro genitori”.
Pagare tutto. Pagare subito.
Adesso però l’ordine è uno solo, categorico e impegnativo per tutti: restituire tutto e subito ai pensionati. La pensava diversamente anche Grillo, nel febbraio del 2013, quando a proposito di quei pensionati che ora vorrebbe “rimborsare integralmente”, diceva: “Abbiamo tra i 15 e i 18 milioni di pensionati, 4 milioni e mezzo di impiegati statali, e una buona parte di questi sopravvive abbastanza bene. Dall’altra parte invece ci sono i giovani, a cui hanno depredato la vita, la speranza, il tempo”.
I pensionati, affermava Grillo in un’intervista telefonica alla web tv “La Cosa”, sono “persone che galleggiano, che la crisi ha solo sfiorato un po’”. Il riferimento di Grillo non è solo ai pensionati d’oro, ma a tutti i “pensionati non proprio da minima (tipo quelli colpiti dal blocco delle indicizzazioni, ndr) che hanno magari una casa più un’altra casa… e che bene o male hanno vivacchiato coi low cost, grazie ai prezzi che sono calati… a discapito di quei milioni che ora non ce la fanno più”. Concetti ribaditi anche in un post sul suo blog.
“Il problema dell’Italia” secondo Grillo “sono queste persone. Finché non toccheranno i loro stipendi o le loro pensioni il Paese resterà immobile: non va bene così. Ma dureranno poco. Durerà poco la situazione”. S’è visto.