Terrorismo e violenza politica: un rapporto sui paesi più a rischio
Terrorismo e violenza politica: secondo il rapporto di una società specializzata nella gestione dei rischi il pericolo attentati continua ad aumentare.
La mappa del terrorismo e della violenza politica
Aon è una società che si occupa di gestione dei rischi e brokeraggio assicurativo, ogni anno redige un rapporto sulla “sicurezza” globale da fornire ai propri clienti per garantirne gli investimenti. Nell’ultima “Terrorism and political violence map”, prodotta insieme al The Risk Advisory Group, si evidenzia che, sebbene il pericolo terrorismo a livello mondiale sia diminuito, in un certo numero di paesi i rischi sono aumentati vertiginosamente.
Le 9 economie a rischio
Secondo il rapporto sono 9 le economie sviluppate maggiormente esposte al rischio terrorismo: Australia, Belgio, Canada, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Irlanda e Norvegia. Gli autori del rapporto chiariscono che il rischio per questi paesi aumenta proporzionalmente all’espansione di Isis e Al Qaeda.
D’altra parte, se prendiamo in considerazione i rischi legati, oltre che al terrorismo, anche all’esplosione di violenza politica osserviamo una riduzione del livello di allarme in 21 paesi (Albania, Bangladesh, Barbados, Bhutan, Brasile, Costa Rica, Croazia, Cuba, Repubblica Ceca, Egitto, Fiji, Guyana, Honduras, Kirghizistan, Mauritania, Mongolia, Marocco, Mozambico, Panama, Tunisia e Uzbekistan); si riscontra, invece, un aumento dei pericoli in altri 13 (oltre che nei 9 precedentemente detti, anche in Lesotho, Arabia Saudita, Tanzania e Ucraina).
I maggiori focolai di tensione
Arrivano dall’America Latina (in particolare da Cuba, Honduras, Colombia e Perù) i risultati più incoraggianti: fino allo scorso anno erano segnalati alle imprese come quelli potenzialmente più a rischio per gli investimenti. Purtroppo, non si può dire lo stesso dell’Eurasia: la “corsa agli armamenti” di Estonia e Ucraina insieme alle frequenti manovre militari della Russia non permettono più di escludere l’esplosione di conflitti armati nell’immediato futuro.
In ultima analisi, l’Africa subsahariana è la zona che ospita il maggior numero di paesi ad alto rischio (16): gli autori del rapporto evidenziano la nascita di un “triangolo di rischio” tra Nigeria, Somalia e Libia, d’altro canto, l’Africa meridionale si conferma come una regione relativamente stabile. Stessa situazione si verifica in Medioriente dove alla pace delle monarchie del Golfo fa da contraltare il caos nella zona del Levante.