Canada: “guerra al terrore” e deriva totalitaria
Canada: per il governo i terroristi hanno dichiarato guerra al paese; tra arresti preventivi e nuovi provvedimenti, dietro l’angolo la “deriva totalitaria”?
“Montreal 10”
Risale a martedì scorso l’arresto, avvenuto all’aeroporto di Montreal, di una decina di giovani, per la maggior parte minorenni, sospettati di voler lasciare il paese per unirsi a gruppi del fondamentalismo islamico. In seguito, i “Montreal 10” – come li hanno soprannominati i media – sono stati rilasciati anche se si sono visti confiscare i propri passaporti.
La giornalista canadese Antonia Zerbisias ha rilevato che nel caso in cui “fossero riusciti a partire forse si sarebbero uniti agli, almeno 7, altri giovani di Montreal che pare facciano parte dell’Isis, invece, dopo essere stati bloccati alla frontiera, si sono uniti agli altri 15 cittadini canadesi arrestati preventivamente, anche se rilasciati quasi subito”.
Il terrorismo dichiara guerra al Canada
Il ministro canadese della Pubblica Sicurezza Steven Blaney ha giustificato i “terror arrests” degli ultimi tempi rilasciando un comunicato in cui si poteva leggere “il terrorismo internazionale ha dichiarato guerra al Canada”.
Tuttavia, fanno notare in molti, in Canada non si può arrestare, bloccare, fermare un cittadino per quello che si ritengono essere le sue intenzioni, servono degli elementi che provino la sua volontà di commettere un crimine. Tra l’altro, ritornando al caso dei presunti “foreign fighters”, la “section 6” della Costituzione nazionale afferma che “ogni cittadino canadese ha diritto di entrare, rimanere in e lasciare il Canada”.
“Fear Factor”
Il ministro Blaney, lo scorso autunno, ha dichiarato “voglio essere molto chiaro, non stiamo contemplando alcun genere di controllo in uscita”. Dopo l’attentato di Parliament Hill tutto è cambiato. Che il “convertito” Micheal Zehaf-Bibeau avesse dei problemi di salute mentale non importò più a nessuno: il “fear factor” giocò un ruolo fondamentale nella rielezione del primo ministro Stephen Harper.
Quest’ultimo, due giorni dopo gli arresti di Montreal, ha annunciato che il governo non si fermerà sul “Bill C-51”, un disegno di legge che modifica la legislazione del paese in materia di sicurezza, intelligence, immigrazione, rifugiati e che per molti giuristi si preannuncia come “incostituzionale”.
Bill C-51
Tale disegno di legge aumenta notevolmente i poteri del governo, innanzitutto, in materia di arresti preventivi. Si potrà essere arrestati senza aver fatto nulla di male e solo in base a un, neanche tanto, ragionevole sospetto. Non pochi hanno fatto notare che arrestare tutti i possibili jihadisti, quelli che ancora non hanno compiuto il passo decisivo verso la violenza, potrebbe trasformare le carceri canadesi in dei “laboratori di radicalizzazione”.
Nello stesso provvedimento è previsto un ampliamento del potere, già detenuto dal governo, di revocare i passaporti dei sospetti terroristi, nonostante la normativa vigente (seppur disarticolata e sconnessa), con gli arresti di Montreal, si sia dimostrata più che sufficiente in tal senso.