Grecia: default o referendum sull’Euro
Grecia: secondo Goldman Sachs, anche se ancora possibile, l’accordo tra Grecia e creditori si allontana a causa delle promesse di Tsipras.
Grecia: l’analisi di Goldman Sachs
Huw Pill, capo economista di Goldman Sachs per l’Europa che fino al 2011 lavorava alla BCE, non esclude la possibilità che Grecia e creditori possano ancora raggiungere un accordo, ma le trattative diventano sempre più difficili per il peso delle promesse elettorali di Tsipras (fine dell’austerity restando nell’euro) sulle trattative. Come spiega Pill, stando alle richieste dei creditori, al momento una cosa esclude l’altra.
Come si fa a superare tale stallo? Dal gigante finanziario suggeriscono quattro eventualità: default, nuove elezioni che diano a Tsipras un mandato più chiaro sul da farsi, un referendum sull’accordo (nel caso si trovasse) oppure, in ultima analisi, un blocco temporaneo dei depositi (misure di controllo sui capitali).
Grecia: l’avvertimento di Bundesbank
Intanto Andreas Dombret, consigliere della Bundesbank a capo del servizio di Vigilanza Bancaria, ha avvertito Atene: presto la BCE, materialmente, non potrebbe essere più in grado di aiutare il governo greco. Dombret ha ricordato che il programma ELA, quello che finora ha garantito alle banche greche di non rimanere a corto di liquidità, ha natura “emergenziale” dunque è temporaneo.
In pratica, la BCE non potrà risolvere i problemi strutturali dell’economia greca: i depositi delle banche elleniche, nei primi 4 mesi dell’anno, si sono ridotti di quasi 30 miliardi (i risparmiatori si sono accorti della gravità della situazione).
Grecia: l’ora X
Anche il vice-cancelliere tedesco Sigmar Gabriel, finora sostenitore del dialogo con Tsipras, ha chiuso la porta ad ulteriori tentennamenti: che il governo accetti le proposte dell’Eurogruppo e non se ne parli più. Ora sta a Tsipras decidere: accettare o non accettare l’accordo. In questo contesto, d’altra parte, prende quota l’ipotesi referendum, che sembra piacere anche al ministro delle Finanze tedesco Schauble. Meno convinta a tal proposito Angela Merkel: cosa succederebbe se anche ad altri paesi venisse in mente di fare un referendum sulla permanenza nell’Eurozona?