Letta lascia il Parlamento ma avverte: “Non starò zitto, dirò la mia”
L’ex premier Enrico Letta ora è più sereno che mai. Ospite nella trasmissione televisiva Di martedì condotta da Giovanni Floris su La7, Letta ha confermato le sue dimissioni dal Parlamento già annunciate in aprile: “Da oggi lascio il Parlamento”.
“Dalla politica non ci si dimette”
Ma quello compiuto dall’ex Presidente del Consiglio non è un vero e proprio passo indietro. È lui stesso a sottolinearlo: “Do le dimissioni da Parlamento ma non dalla politica, perché dalla politica non ci si dimette. Continuerò ad impegnarmi in politica, in molti modi”.
“Non starò zitto, dirò la mia”
Dopo la prima battuta d’arresto e le dimissioni da capo dell’esecutivo giunte mesi fa, questo annuncio avrebbe potuto significare per molti la definitiva uscita di Enrico Letta dalla scena della politica nazionale. Ma non sarà così: “Non starò zitto, dirò la mia” promette.
“Non abbiamo ascoltato messaggio cittadini”
A sé stesso e al Pd rivolge la critica più dura: “Non abbiamo ascoltato il messaggio dei cittadini che hanno detto basta con politica fatta da gente che non fa altro, che non ha un mestiere”.
Lui il suo mestiere l’ha già trovato: si dedicherà all’insegnamento universitario. “Il primo settembre comincio a lavorare a Parigi con la scuola di Affari Internazionali e Scienze Politiche” dichiara. Per lui il ruolo di dirigente della scuola.
A Renzi: “Pensi a unire, non a occupazione poltrone”
Ma Letta ha voluto lanciare una stoccata anche all’attuale Premier Matteo Renzi: “Pensi a unire, non all’occupazione di poltrone. Oggi abbiamo condizioni straordinarie per agganciare la crescita e io dico a Renzi: lavora per unire e fare le cose, non per l’occupazione del potere”.
In particolare l’ex premier ha fatto riferimento al cambio dei vertici della Cassa Depositi e Prestiti e della Rai: “Bisogna occuparsi delle cose da fare, non delle poltrone da occupare” il suo monito in merito.
Su De Luca: “Non può fare presidente regione”
Guardando ancora al Partito democratico, Letta ha voluto dire la sua anche sul caso De Luca paragonandolo a quello di Silvio Berlusconi: “De Luca è stato condannato qualche mese fa. Secondo la legge Severino non può fare il presidente di una regione”. Il sillogismo è chiaro.
Segue il paragone: “Per 20 anni abbiamo combattuto contro Berlusconi che si faceva le leggi ad personam, con quale credibilità ci troviamo oggi con una persona che è esattamente nella stessa situazione di Berlusconi?”.