M5s, Casaleggio ricorda le regole: “Siamo un movimento, mai un partito”
Casaleggio, cofondatore e guru del M5s, sulla coerenza e le regole – si sa – non transige, e tiene moltissimo ai principi cardine del movimento che ha fondato insieme all’ex comico genovese Beppe Grillo.
Proprio qualche giorno fa nasceva in Alto Adige, nel comune Laives, la prima alleanza tra due consiglieri grillini e il neosindaco di centrodestra Christian Bianchi, con tanto di approvazione dei vertici M5s, ed ora da Roma i parlamentari pentastellati vogliono chiedere a Casaleggio di consentire una deroga a una delle regole del movimento, visti gli scandali che hanno travolto la (Mafia)capitale e l’amministrazione di Ignazio Marino, per permettere ad Alessandro Di Battista, uno dei membri più conosciuti del movimento, di candidarsi in caso di elezioni anticipate. E’ questo il contesto all’interno del quale viene suscitata la reazione del guru che, in un momento di simili aperture e richieste, tiene a ribadire dei concetti per lui fondamentali riguardo il M5s: “Siamo un Movimento, non un partito ed è fondamentale tenere le distanze e marcare le differenze. Ogni volta che deroghi ad una regola praticamente la cancelli“.
Questa sembra essere la risposta – secondo quanto riportato da Adnkronos – che Casaleggio ha dato ai membri del movimento che con la proposta riguardante Di Battista devono essere andati un po’ troppo oltre per il cofondatore. “Niente liste di serie B e collegate, il M5S è uno solo e si presenta con il suo volto, niente Giano bifronte”, ha inoltre ribadito Casaleggio, riprendendo l’argomento delle scorse settimane di chi aveva parlato di apparentamenti con altre liste per riuscire a guadagnare più voti sui territori.
Il problema per i grillini però, come già altre volte è capitato, sta proprio nella questione regole: chi decide chi può infrangere quale? Casaleggio e Grillo spesso hanno imposto diktat e continuano ad influenzare le principali scelte politico-strategiche del movimento; questo alimenta malumori all’interno, soprattutto quando di fronte a nuove proposte, un po’ fuori dai ranghi, viene risposto picche. In questo caso la regola da infrangere per Di Battista sarebbe quella del divieto di “doppio mandato”, un precetto che sembra non poter essere violato con la stessa facilità con cui si è chiuso un occhio per la questione tv e talk show. Le alleanze invece? Solo in Europa, con Nigel Farage. In Italia Grillo non vuole mettersi insieme a chi “ha combinato questo disastro in cui ci ritroviamo”. Quindi si trova proprio su questo sentiero d’azione anche il no a Ferdinando Imposimato, arrivato a negare l’appoggio richiesto a Felice Casson, candidato sindaco di Venezia che sfiderà al ballottaggio Luigi Brugnaro. “Per noi gli elettori non sono pecore a cui qualcuno deve indicare la strada”, questa la dichiarazione in merito proprio di Di Battista, mentre Federico D’Incà, il veneziano presidente del M5s a Montecitorio, ha aggiunto “Casson è una foglia di fico. Non ha saputo rompere col passato del Pd veneziano”.