Senatore Corradino Mineo: “Non pago il pizzo al Pd!”

Pubblicato il 9 Maggio 2014 alle 13:20 Autore: Alessandra Scolaro

Il senatore Pd Corradino Mineo non verserà il “contributo di solidarietà” di 25 mila euro richiesto dal Partito democratico, contributo richiesto “per la candidatura in posizione utile”. “Non sono un taccagno, è che il pizzo non lo voglio pagare” ha spiegato Mineo a chi lo accusa di essere avaro.

Corradino Mineo, ex direttore di Rainews, ha spiegato in una lettera inviata al tesoriere siciliano spiega di aver già versato nelle casse del Pd 27 mila euro e di aver sostenuto altre spese in vista della campagna elettorale. “Per accettare la candidatura ho rinunciato al posto in Rai e a 60 mila euro” – ha dichiarato il senatore – e non ho fatto un favore a nessuno: mi hanno pregato per farmi candidare. Poi ho scoperto che dovevo pagare una specie di pizzo per essere messo in posizione utile. Ma che scherziamo? Io pago, e volentieri, per progetti visibili, non per finanziare le autoblu del segretario o le assunzioni di comodo nel partito. Se avessi saputo prima di questo marcimonio, avrei rifiutato il posto in lista”. Mineo infatti, quale direttore di Rainews, percepiva uno stipendio di circa 300 mila euro l’anno, uno dei più alti in Rai. Da senatore invece il salario è sceso a 170 mila euro l’anno. Il contributo, continua Mineo, è stato chiesto “in modo improprio e a candidatura già annunciata”.


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Su Twitter il senatore, con una domanda retorica, si è domandato se “non sembra strano che questa notizia esca proprio oggi che la Boschi ha chiesto la mia testa?”. In effetti il ministro Boschi in un’intervista ad Avverire aveva dichiarato: “Se vieni candidato significa che condividi un progetto politico. Se decidi di rimanere dentro a un gruppo, e non è un obbligo, è perché condividi quel progetto politico”. Una dichiarazione che deve essere apparsa a Mineo come un gentile invito ad uscire da Pd.

Fatto sta che la decisione di Mineo ha lasciato con i conti in rosso il tesoriere del Pd siciliano. Il partito, che si trova con tredici procedure di licenziamento già avviate, sta ancora aspettando i 500 mila euro dei parlamentari eletti, che però si rifiutano di pagare. In merito alla scelta e alle dichiarazioni di Corradino Mineo, Giacomo Torrisi ha commentato: “Il contributo di solidarietà serve anche a pagare il personale che rischi il posto e non si trova nell’angosciante dilemma di poter scegliere tra un lavoro e una candidatura in Parlamento”.

Alessandra Scolaro