Comunali Milano, Passera si candida “contro questo Pd renziano e il salvinismo”
Ci riprova Corrado Passera: dopo il lancio del soggetto politico Italia Unica’ l’ex ministro del Governo Monti prova a conquistare la scena e questa volta lo fa ribadendo la sua disponibilità alla candidatura per le prossime elezioni nel capoluogo lombardo su cui già da diverse settimane abbiamo lanciato il nostro sondaggio.
Della sua volontà di concorrere a primo cittadino parla in un’intervista al Corriere della Sera. Sarà solo, dice, “contro questo Pd renziano, contro una destra che ha perso identità, contro il salvinismo”.
Passera: “Mi rivolgo ai delusi dai partiti esistenti”
“Porto la mia esperienza al servizio della città. Sono convinto di poter fare qualcosa di utile. Credo che lo dimostrino i miei risultati”. “Mi rivolgo ai milanesi. Quelli delusi dai partiti esistenti, insoddisfatti, che vogliono una città in grado di competere con le prime dieci del mondo, che vogliono vivere meglio e avere più sicurezze per il futuro proprio e delle proprie famiglie”.
“Milano – aggiunge Passera – ha bisogno di un concerto di voci e di un direttore d’ orchestra al servizio della comunità. Per me il primo passo è sempre stato l’ ascolto, da qui inizierò in queste settimane”. “Non c’è un piano B. Non l’avevo nemmeno quando ho lasciato Intesa per fare il ministro del governo Monti”.
Pisapia? “Un intellettuale di spessore che si è trovato ad amministrare una realtà complessa. Non era facile, specie per i condizionamenti di una giunta a trazione renziana. Spiace che abbia annunciato con tanto anticipo il suo disimpegno: nel pieno dell’Expo e con i problemi della città c’è bisogno di una guida”.
Passera deluso da Renzi: “Pensavo fosse una risorsa”
“Il Paese è a rotoli. Ci sono 10 milioni di persone senza lavoro e nessuna politica economica coraggiosa per dare risposte strutturali. Qualche tempo fa pensavo che Renzi fosse una risorsa. Oggi dico che è pericoloso. Molte parole, poca sostanza, nessuna meritocrazia. Premia la fedeltà, è attaccato al vecchio potere. Da Milano si può lavorare per cambiare l’ Italia in un altro modo”.