Cdp, i retroscena dietro le nomine di Renzi
Dagospia rivela: Andrea Guerra si è stufato della politica e andrà da Eataly, Claudio Costamagna e Fabio Gallia lo sostituiranno come consiglieri di Matteo Renzi, prendendo lo stipendio come vertici della Cassa Depositi e Prestiti.
Così l’ex amministratore delegato di Luxottica Andrea Guerra tornerà nel privato, abbandonando il posto a Palazzo Chigi che gli era valso “tanti oneri, pochi onori”. Si parla di una buonuscita da 100 milioni di euro. Tutta questa concatenazione di eventi e di spostamenti di poltrone spiega perché il premier si stia muovendo così tanto per “silurare” Bassanini e sostituirlo con un anno di anticipo dalla Cassa Depositi e Prestiti. Renzi vuole usufruire della Cassa come una sorta di nuova Iri, o come la Cassa del Mezzogiorno per risolvere la crisi industriale.
Tensioni tra Renzi e Padoan
Con i due nuovi consiglieri renziani alla Cdp, il “centro di comando” passerà da “via XX settembre” a “via Goito”, in modo da aggiungere altre scintille nel rapporto difficile tra il Presidente del Consiglio e il ministro dell’economia. In realtà Pier Carlo Padoan in quanto capo del dicastero è il referente politico della Cassa. Sicuramente è da registrare il suo silenzio nei confronti del cambio di strategia impresso dal premier.
Al contrario a dar fastidio a Renzi sarebbe la vicinanza di Padoan con D’Alema e la sua partecipazione alla cena di finanziamento della fondazione Italianieuropei. Secondo le indiscrezioni, la prossima settimana, “per consentire un’operazione di rinnovo”, i dirigenti di via XX settembre si dimetteranno dal consiglio della Cdp.
“La nuova mission della Cdp”
Oltre alla sostituzione dei vertici della Cassa, con Costamagna e Gallia in prima linea, bisognerà capire quale sarà il ruolo dell’istituzione, “gli indirizzi strategici futuri”. Anche se la segretaria della Cgil Susanna Camusso ha criticato: “Il tema non può essere solo riferito a chi dirige, la cosa che non si capisce è che cosa voglia fare il governo della Cassa Depositi e prestiti”. Ha risposto il banchiere Giuseppe Guzzetti: “La Cdp non cambierà la sua missione. La cassa deve continuare a finanziare gli enti pubblici, deve intervenire a sostegno dell’economia reale, quella sana e non quella decotta”.
Il primo obiettivo di Renzi e Padoan sarà di lasciare il bilancio della Cdp al di fuori del perimetro della pubblica amministrazione, per essere esclusa dal conteggio del debito pubblico. Poi si capirà se verrà richiesto alla Cassa di entrare in società in perdita, sebbene non possa farlo direttamente.