Repubblica Centrafricana: i caschi blu e gli abusi sui minori
Repubblica Centrafricana: il contingente delle forze di pace ancora una volta nel ciclone a causa di presunti abusi su minori.
Repubblica Centrafricana: ancora abusi sui minori
È stato Stephane Dujarric, portavoce di Ban Ki Moon, segretario generale dell’ONU, a renderlo noto: è stata aperta un’inchiesta su un appartenente alle forze di pace stanziate nella Repubblica Centrafricana, il sospetto è che abbia abusato di una minorenne. La nazionalità del militare sospettato non è stata resa nota al pubblico, comunque dalle Nazioni Unite fanno sapere che si tratta di un soldato africano.
Già a inizio giugno, Ban Ki Moon ha annunciato l’istituzione di una commissione di indagine indipendente sui presunti abusi compiuti da soldati francesi, del Ciad e della Guinea in un centro di accoglienza per sfollati presso l’aeroporto di Bangui, capitale della Repubblica Centrafricana, tra il dicembre 2013 e il luglio 2014.
Il segretario generale delle Nazioni Unite, lunedì, ha nominato tre commissari che si occuperanno della questione a partire dal mese prossimo: capeggiati da Marie Deschamps, ex giudice della Corte Suprema canadese, produrranno un rapporto entro 10 settimane.
Repubblica Centrafricana: caschi blu fuori controllo?
A metà giugno, l’ufficio ONU che si occupa delle missioni di pace ha fatto sapere di aver ricevuto, tra il 2008 e il 2013, circa 480 segnalazioni di abusi e sfruttamento sessuale. La maggior parte proveniva da Liberia, Haiti, Repubblica Democratica del Congo e Sud Sudan.
Un caso su 3 riguardava un bambino: alle vittime si offriva denaro, gioielli, cellulari, assistenza medica o semplicemente del cibo in cambio di rapporti sessuali. I dati diffusi comunque presentano un calo delle denunce di abuso: “solo” 51 nel 2014 (rispetto alle 66 dell’anno precedente) a fronte di oltre 125mila caschi blu mobilitati in 16 paesi del mondo.
Tuttavia, se si prende in considerazione lo studio compiuto dallo stesso ufficio sui preservativi forniti alle truppe, nel contesto di un programma anti-HIV, si evince come i rapporti sessuali tra contingente ONU e popolazione locale siano “routine”. Per questo alcuni osservatori indipendenti non esitano a dire che i dati diffusi sugli abusi siano quantomeno “sottostimati”, ricordando come accuse di insabbiamento riguardanti casi di pedofilia pesano sui caschi blu sin dall’intervento in Bosnia.