Ruby, Berlusconi: 7 milioni in cambio del silenzio e bonifici sino a marzo scorso
Secondo i giudici sarebbe di sette milioni di euro la cifra che Silvio Berlusconi avrebbe versato a Ruby Karima per corromperla. È questa l’ipotesi accusatoria della procura di Milano che ha notificato l’avviso di chiusura indagini nei confronti di Berlusconi e di altre 33 persone, tra cui la stessa Ruby e molte delle ragazze che partecipavano alle serate di Arcore.
Silvio Berlusconi avrebbe versato soldi alle ragazze che partecipavano alle serate ad Arcore “attraverso bonifici” che risulterebbero versati “fino al marzo scorso”, mentre nei confronti di Ruby Karima “non risulta nessun bonifico”, i soldi sarebbero stati versati in contanti attraverso l’avvocato Luca Giuliante definito dagli inquirenti “una sorta di amministratore di Ruby che gestiva i trasferimenti di denaro tra Berlusconi e Karima”. È quanto emerge dall’inchiesta ‘Ruby ter’ dei sostituti procuratori Tiziana Siciliano e Luca Gaglio.
Le ragazze indagate
Tra le ragazze indagate per corruzione in atti giudiziari ci sono, tra le altre, Iris Berardi, Lisney Barizonte, Francesca Cipriani D’Altorio, Roberta Bonasia, le gemelle De Vivo, Barbara Faggioli, le gemelle Ferrera, Marysthell Polanco, Barbara Guerra, Alessandra Sorcinelli, oltre che Ruby e l’avvocato Luca Giuliante. In più, tra gli indagati per corruzione in atti giudiziari, risulta esserci anche Mariano Apicella il quale avrebbe ricevuto dall’ex premier “beni o altre utilità consistite in somme di denaro non inferiori a 98.600,00 euro pagate con bonifici”.
Ruby, Ghedini e Longo verso archiviazione
La posizione degli storici legali di Silvio Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo, che risultavano indagati per corruzione in atti giudiziari nel fascicolo ‘Ruby ter’, è stata stralciata dai pm in vista dell’archiviazione. I loro nomi come quelli di altre persone non compaiono nell’avviso di chiusura indagini. Nei loro confronti “non abbiamo ritenuto di procedere, in vista di qualcosa che avverrà a breve”, si è limitato a dire il procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati.