Unioni civili, Renzi si smarca ma il Senato accelera
Sulle unioni civili omosessuali forse questa è davvero “la volta buona”, ma stavolta l’espressione non ha nulla a che vedere con gli hashtag del Presidente del Consiglio Matteo Renzi e l’azione del suo governo. Sul disegno di legge ddl Cirinnà, che dovrebbe regolare le unioni tra persone dello stesso sesso, Renzi si è infatti chiamato fuori, rinunciando a fornire il parere dell’esecutivo e lasciando così alle forze politiche il compito di trovare un compromesso.
No matrimonio ma ‘patti di convivenza’
Il testo, arrivato ieri all’esame della Commissione Giustizia del Senato, sembra aver raggiunto un equilibrio tra le parti in gioco dopo la riformulazione dell’articolo 1 del ddl per mano di Monica Cirinnà (Pd), relatrice del testo in Commissione. Si parla di “patto di convivenza”, prevedendo l’introduzione di un nuovo titolo nel codice civile. Dunque nessuna menzione all’istituto del matrimonio, ma una fattispecie giuridica del tutto nuova. Proprio la separazione tra i due istituti dovrebbe consentire di ampliare la convergenza delle forze politiche sul testo, soprattutto del Movimento 5 Stelle e di alcuni senatori di Forza Italia. Difficilmente si riuscirà ad ottenere anche l’appoggio del Nuovo Centro Destra, partito più rigido sull’apertura alle unioni civili omosessuali, il cui gruppo dirigente ha criticato duramente il Ddl Cirinnà durante il Family Day a Roma dello scorso 20 giugno.
Unioni Civili, possibile approvazione dopo l’estate
Sulla tempistica da Palazzo Madama non si sbilanciano, pur ammettendo la difficoltà di votare il testo entro la fine dell’estate, visti i quasi duemila emendamenti rimasti dopo il vaglio di ammissibilità. Probabile dunque che il testo arrivi al voto della Commissione Giustizia del Senato a settembre, proprio quando tornerà a riunirsi il Family Day. In questo contesto una spinta all’approvazione potrebbe arrivare da due eventi recenti: il riconoscimento delle nozze gay in Irlanda dopo un referendum popolare e la storica sentenza della Corte Suprema negli Usa, con cui sono stati legalizzati i matrimoni omosessuali in tutti gli stati. Senza calcolare che anche il Parlamento Europeo di Strasburgo solo pochi mesi fa aveva invitato gli stati europei a riconoscere diritti alle famiglie omosessuali e a “prendere atto dell’evolversi della definizione di famiglia”.
Punti più discussi: reversibilità e adozioni
Uno dei punti più spinosi della riforma sulle unioni civili sarà l’estensione alla coppia omosessuale della reversibilità e dell’adozione del figlio già riconosciuto come tale da uno dei due partner. Proprio quest’ultima questione rischia di rallentare i lavori parlamentari e, non a caso, Maurizio Lupi (Ncd) ha detto di ritenere “molto difficile che si voti prima dell’autunno”.
Insomma, tra lo scoglio emendamenti da superare e il compromesso abbozzato in Senato resta ancora molto da lavorare. Ma l’asse Pd-M5s che potrebbe formarsi in Senato e il possibile appoggio del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi che aveva aperto sulle unioni civili alla tedesca, potrebbe davvero consegnare all’Italia una legge della cui necessità sembra si siano convinti anche gli italiani.
Andrea Frollà