ReteDem, un nuovo spazio nel Pd degli ex civatiani che guardano al futuro
“Siamo parlamentari, attivisti, dirigenti, amministratori democratici. Pensiamo che il Partito Democratico, naturale evoluzione dell’Ulivo, sia nato per cambiare l’Italia. Fuori da noi si agitano movimenti demagogici e antieuropei, forze xenofobe e fondamentaliste, una destra antimoderna lacerata e divisa. Siamo di sinistra, il mondo com’è non ci piace e vogliamo cambiarlo. Lo ammettiamo, siamo degli idealisti. Vogliamo un mondo più giusto, più libero e – perché no? – più bello. Il cambiamento per il cambiamento non ci basta come non ci basta confinare i sogni nella dolce solitudine della notte. Noi vogliamo contaminare la realtà con i nostri sogni.”
E’ questo l’incipit del documento di presentazione – intitolato “Il nostro Pd, a sinistra” – di ReteDem, un nuovo spazio all’interno del Partito Democratico che nasce dall’iniziativa di alcuni parlamentari ed esponenti locali del partito di governo. Oggi a Roma a Palazzo Madama si è svolta la conferenza stampa di presentazione di questo nuovo progetto che vede protagonisti molti ex civatiani come Paolo Gandolfi, Giuseppe Guerini, Sergio Lo Giudice, Michela Marzano, Davide Mattiello, Lucrezia Ricchiuti, Grazia Rocchi, Veronica Tentori, Daniele Viotti e Sandra Zampa.
Oggi a Roma abbiamo presentato @ReteDem, il nostro progetto nel #PD. Vi abbiamo portato tutti con noi #ReteDem pic.twitter.com/cts5ItzGMT
— roberta bertero (@cimina) 2 Luglio 2015
Le nuove proposte per un nuovo volto del Pd
ReteDem si presenta come una “piattaforma di pensiero e di azione che si colloca all’interno del Pd, uno spazio che si pone l’obiettivo di dialogare con i mondi dell’innovazione, dei diritti, dell’ambientalismo, delle nuove economie e dei nuovi lavori, allargando la partecipazione a tutti i mondi dell’attivismo civico”. Tutto nasce – come spiegato del documento – dalla ex “mozione Civati” e dalla volontà “di continuare a lavorare sui temi che sono stati l’unica vera novità politica degli ultimi anni nel Partito Democratico. L’unico spazio in cui poter realizzare concretamente le nostre proposte”.
“Ci siamo chiamati RETEDEM perché vogliamo che questa figura della rete che unisce e crea ponti contribuisca a portare un metodo nuovo nella stagione politica progressista italiana. Un metodo aperto, largo, partecipato, che guarda alle forze più innovative del nostro paese. Un metodo che parte dai temi, magari anche quelli di cui ancora nessuno vuole occuparsi, per costruire una politica che non è solo «gestione dell’esistente» ma visione del mondo”. Gli esponenti della nuova area sembrano avere le idee chiare e tanta voglia di ripulire il partito dalla brutta immagine che si è fatto negli ultimi tempi, soprattutto a seguito degli scandali che lo hanno travolto e del malaffare dilagante nelle realtà politiche locali. Nel documento non manca infatti un riferimento a Mafia Capitale: “Vogliamo che il principio di legalità sia un faro sempre acceso, da Roma ai più remoti angoli del Paese e del PD, un PD repellente per mafiosi e corrotti“.
Sul punto si è soffermato Davide Mattiello, che ha comunque trovato il modo di elogiare il suo partito: “Il Partito Democratico è la più importante comunità politica del Paese, ha la più grave responsabilità e la più bella opportunità di contribuire alla democrazia repubblicana. Non deve stupire che dentro il PD si siano infiltrati e cerchino di infiltrarsi dei malfattori: chi cerca il potere per farsi i fatti propri, va dove il potere c’è. Piuttosto bisogna usare le migliori intelligenze e le migliori energie per attrezzare il PD in modo da renderlo repellente a corrotti e mafiosi, sempre più capace del compito storico che ha”.
No a personalismi, no alla corruzione
Nel corso della conferenza stampa sono in molti ad essere intervenuti per parlare dell’iniziativa e sostenere questo nuovo progetto. Nella nuova area – fanno sapere i sottoscrittori del documento in diversi modi – non saranno ammessi nuovi personalismi: “Senza fare sconti a nessuno e d’altra parte senza sterili personalismi o posizionamenti puramente strumentali, continuiamo a prenderci la libertà e la responsabilità di condurre le nostre battaglie avendo a cuore il merito delle questioni, affinché il PD, il nostro partito, sia sempre più simile all’idea e ai valori sui quali è stato fondato, anche con il nostro contributo”, ha ad esempio dichiarato Giuseppe Guerini.
A fare un commento su Civati, l’ex “leader” dei membri di ReteDem che non hanno voluto seguirlo nella fuoriuscita dal Pd, ci ha invece pensato Lucrezia Ricchiuti: “Civati è uscito dal PD. Noi abbiamo fatto una scelta diversa pensando che i valori in cui crediamo e le idee che abbiamo sostenuto durante la fase congressuale debbano diventare patrimonio comune del nostro partito. Sono tanti i militanti e simpatizzanti che non hanno seguito Civati e che guardano noi parlamentari come punto di riferimento. Per questo stiamo lavorando per darci una struttura organizzata su tutto il territorio nazionale e continuare nella battaglia affinché il partito democratico continui a rappresentare i valori del centrosinistra e impedire una sua deriva verso il centrodestra con i risultati disastrosi che sono sotto gli occhi di tutti, tranne che per i vertici del nostro Partito”.