Grecia, D’Alema: “Fallimentari le politiche dei conservatori, in UE serve energia da sinistra”
Il referendum è la dimostrazione che i greci non hanno paura “malgrado la pesantezza della posizione europea. Sarebbe stato giusto che l’Europa intervenisse prima con una proposta di mediazione e forse si sarebbe evitato il referendum che è un fatto che rappresenta un colpo indiscutibile. Ma l’Europa il colpo se l’è cercato e in particolare la posizione della Merkel, che ha impedito iniziativa, è stata controproducente”. Parole di forte critica nei confronti di Bruxelles e Berlino arrivano dall’ex premier Massimo D’Alema, intervistato da SkyTg24.
L’ex leader dei DS – già molto critico negli ultimi giorni nei confronti dell’operato dell’Europa e degli aiuti alla Grecia, considerati sostanzialmente un’opera di finanziamento alle banche tedesche e produttiva di un ulteriori gap tra Paesi forti e deboli – spiega quale sarà la prossima scelta obbligata: “cercare un accordo su basi diverse rispetto a quelle prospettate ma non per fare un favore alla Grecia ma a noi stessi. L’alternativa default di Atene e la sua uscita dall’euro ci costerebbe molto di più di un salvataggio della Grecia”. D’Alema – che qualche giorno fa ha firmato un appello pubblicato dal Financial Times, promosso da importanti economisti e volto a ristrutturare il debito ellenico – spiega le le proposte ci sono, come quelle “di un fondo europeo per la riduzione del debito e per ridurre o azzerare le differenze degli spread”, le quali “sono sul campo da anni”.
Grecia: D’Alema sulla sinistra in UE
Di chi la colpa? D’Alema ha pochi dubbi: “il vero problema è che l’Europa non ha avuto il coraggio e la sinistra europea non ha avuto la forza di realizzarle”. E nel sottolinearlo critica aspramente le politiche portate avanti dai conservatori: “Ho un grandissimo rispetto per Schauble ma credo che le forze conservatrici tedesche abbiano determinato una politica sbagliata e ne vediamo risultati in termini lentezza crescita”.
Secondo l’ex premier dovrebbe esserci una svolta politica, altrimenti “i sentimenti antieuropei di vario segno sono destinati a crescere. In Italia, ad esempio, e basta vedere i sondaggi, tra Grillo e Salvini queste posizioni sono forti. Le forze politiche storiche che hanno costruito il progetto europeo oggi stanno perdendo terreno in quasi tutti i Paesi: per questo serve una svolta politica”.
Arriva anche la stoccata a Matteo Renzi, nel commentare l’atteggiamento tenuto dall’attuale premier nei confronti del referendum ellenico: “Forse qualche tweet potevamo risparmiarcelo: non si è trattato di un derby tra euro e dracma ma di un referendum per cambiare la politica europea”.