Crisi greca, Merkel: “Mancano le basi per un nuovo accordo”
Sette miliardi di euro al più presto (La Stampa parla addirittura di 30 miliardi), possibilmente entro le prossime 48 ore, per fare fronte all’emergenza, cioè ai debiti in scadenza, ed evitare il default. Sarebbe questa, a quanto si apprende da fonti europee, la richiesta di ‘prestito ponte’ avanzata dal premier greco Alexis Tsipras ai vertici di Bruxelles.
Secondo fonti dell’eurozona, la delegazione greca ha fatto per ora una presentazione orale, mentre domani arriverà il testo scritto delle proposte di Atene presentato direttamente dal premier ellenico come ha confermato il presidente del Parlamento Ue Martin Schulz e come richiesto dal presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem. “I greci – ha detto Dijsselbloem – ci manderanno una richiesta di aiuti Esm entro domattina, e un nuovo Eurogruppo telefonico la valuterà, poi ci invieranno una lista di riforme”
“Una mancata risoluzione della crisi greca aprirà scenari del tutto inesplorati per l’Eurozona”. Il presidente della Bce Mario Draghi ha ripetuto questa frase come un mantra nei giorni più difficili delle trattative tra la Grecia e i suoi creditori. Dopo il “no” del popolo greco nel referendum di domenica, l’Unione Europea attende ora le prossime mosse di Alexis Tsipras che stasera dovrebbe avere un vertice ristretto con Hollande e Merkel.
Crisi greca e referendum, Day after e G-Day
Gli occhi di tutto il mondo saranno puntati oggi su Bruxelles, dove sono in programma due summit decisivi per la crisi greca: una riunione dell’Eurogruppo alle 13 e un vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue alle 18. Nella giornata di ieri, mentre le borse crollavano sotto i colpi del referendum, con Milano maglia nera (-4%) e molti titoli bancari in sofferenza, il premier greco Tsipras ha avuto un colloquio con Angela Merkel, alla quale è stato preannunciato un nuovo piano che possa favorire il raggiungimento di un accordo.
La cancelliera tedesca è anche volata a Parigi da François Hollande per fare il punto della situazione, ma entrambi sono coscienti che occorrerà tener conto delle posizioni di tutto l’Eurogruppo. Continuano in ogni caso a serpeggiare in Germania, ma anche nelle istituzioni europee, timori circa l’efficacia di questo nuovo ed ennesimo negoziato per la crisi greca.
Mosse dei creditori e la reazione di Obama
Nessuno si sente ancora di escludere l’opzione Grexit quale risoluzione finale della crisi greca: secondo IlSole24Ore i tecnici della Ue starebbero pensando ad una sospensione temporanea della Grecia dalla zona euro. Nel frattempo, il presidente della Bce Draghi ha deciso di non chiudere i rubinetti della liquidità alle banche greche, lasciando la soglia di emergenza ferma a 89 miliardi, ma chiedendo agli istituti che vogliono accedervi maggiori garanzie. Il Fondo Monetario Internazionale, nelle parole del numero uno Christine Lagarde, si è mostrato possibilista circa dei nuovi fondi da stanziare ad Atene, ma ovviamente a patto che vengano sanati i debiti pregressi. Continua anche il pressing da Washington, con il presidente Usa Barack Obama che continua a lanciare appelli per un accordo solido tra la Grecia e i creditori.
L’addio di Varoufakis e le speranze di Juncker
“Non potevo fare diversamente. Non c’erano più le condizioni per lavorare. Non potevo più andare avanti. Credo sia stata una scelta responsabile. Spero comunque che il governo trovi al più presto un’intesa con l’Europa”.
L’ex ministro delle Finanze greco, Ghiannis Varoufakis, ha spiegato con queste parole il suo addio all’esecutivo Tsipras. Nell’intervista rilasciata alle colonne de Il Tempo Varoufakis ha smentito l’ipotesi di dimissioni concordate già prima del voto: “È stata una decisione che ho preso da solo, trascorsa una notte epocale per il mio Paese. Lascio ma non scappo”. Sulla poltrona del ministero delle finanze greche siederà Euclides Tsakalotos, parlamentare di Syriza da 10 anni, olandese di nascita ma greco d’azione.
Questa mattina, in seduta plenaria al Parlamento di Strasburgo, ha parlato anche Jean Claude Juncker, il presidente della Commissione Europea, forse colui che più di tutti ha creduto e crede ancora in un accordo per la risoluzione della crisi greca. “L’Unione europea e la Commissione sono pronte a fare di tutto per arrivare in un arco di tempo ragionevole a un accordo – ha ribadito Junker- Dobbiamo trovare una soluzione e oggi cerchiamo di mettere ordine, di ristabilire la fiducia, di riaprire il dialogo e di comprendere le posizioni reciproche”.
Il presidente della Commissione Ue ha affermato che “cercherà di evitare la Grexit fino alla fine“, ma ha specificato che il governo di Atene dovrà necessariamente fare dei passi in avanti: “La palla ora è nel campo greco. Il governo greco deve spiegare come districarci da questa situazione”. Per il commissarie Ue agli affari economici Pierre Moscovici “una Grexit sarebbe un terribile errore e un fallimento collettivo, per questo la Commissione Ue ha una responsabilità storica per evitarla: noi non lo vogliamo”.
Di diverso avviso il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis. “Una Grexit non è il nostro obiettivo, noi lavoriamo a un altro schema per trovare una soluzione, ma se il pacchetto di riforme della Grecia non è credibile questa non può essere esclusa”.
Bce chiarisce scopo dell’Ela
Mentre la crisi greca continua a preoccupare (l’Hellenic Capital Market Commission ha annunciato che la Borsa di Atene resterà chiusa fino all’8 luglio compreso), la Banca Centrale Europea nel rapporto sulla sua gestione dei rischi finanziari ha chiarito la mission dell’Ela, ossia la previsione che Francoforte possa agire come prestatore di ultima istanza. L’Ela potrebbe infatti costituire “un aiuto di Stato se non è pienamente garantita da collaterale, a cui vengono applicati appropriati sconti (haircut) in base alla sua qualità e al valore di mercato”.
Nel rapporto viene spiegato come lo scopo principale non sia la solvibilità, ma il sostegno alle “banche solvibili che si trovano ad affrontare problemi di liquidità temporanea”. In sostanza, la Bce ha risposto agli osservatori e agli investitori che temono una possibile violazione del divieto di finanziamento monetario.
Nuova Dracma varrebbe 25-50 centesimi di euro
Qualora la Grecia uscisse dall’eurozona, la nuova dracma greca finirebbe per essere scambiata tra i 25 e i 50 centesimi di euro. Ne è convinto, come riferisce Bloomberg, il miliardario Usa Wilbur Ross il quale in un’intervista alla CNBC ha detto che una Grexit costituirebbe davvero “un bel brutto haircut (taglio) per il popolo ellenico”.
Merkel: “Mancano le basi per un nuovo accord0”
Il governo greco di Alexis Tsipras dovrà presentare domani delle proposte serie di riforma per poter convincere i creditori internazionali a salvare il suo paese dall’uscita dall’euro e poter – quindi – accedere al Fondo Salva Stati Permanente (Esm). Oggi, durante l’ennesima riunione dell’Eurogruppo a Bruxelles, il neoministro dell’economia ellenico Euclid Tsakalotos ha solo parlato “in linea teorica” di quelle urgenti riforme che si chiedono alla Grecia, senza cioè avanzare proposte concrete, tanto da provocare nuovi ed ulteriori nervosismi intorno al tavolo delle trattative.
Addirittura la cancelliera tedesca Angela Merkel oggi, prima di partecipare all’incontro trilaterale con il leader di Syriza Tsipras e Francois Hollande, ha chiarito che in questo momento “non ci sono ancora le basi per riavviare un negoziato”.
Nel frattempo le linee di pensiero e azione dei leader europei continuano ad allontanarsi: la Francia, dal canto suo, crede che la “Grexit” debba essere in ogni modo impedita, prendendo anche in considerazione una eventuale ristrutturazione del debito; la Germania invece vuole prima aspettare le nuove proposte di Tsipras e Tsakalotos. Dello stesso avviso sono il vicepresidente della Commissione europea Dombrovskis e il ministro tedesco Wolfgang Schaueble: secondo quest’ultimo l’ipotesi di un taglio al debito greco è assolutamente “contraria ai trattati”.