Boeri (Inps) e i cinque punti per la riforma pensionistica
Solidarietà: è quella che chiede Tito Boeri, presidente dell’Inps. Per la precisione auspica un contributo dalle pensioni più alte al fine di proteggere i neo disoccupati con oltre 55 anni ed aiutare le cosiddette pensioni flessibili.
Al Rapporto annuale 2014 Inps, Boeri parla fuori dai denti ed esprime proposte forti circa la sostenibilità del sistema pensioni: “abbiamo predisposto una bozza di riforma e l’abbiamo sottoposta all’attenzione dell’esecutivo”, annuncia da via Ciro il Grande (presso l’Eur, sede dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale).
I 5 pilastri della riforma delle pensioni
Le iniziative di Boeri si basano su cinque grandi pilastri. Il primo è quello di tutela per le fasce di popolazione che, uscito dal mondo del lavoro, lo ritrova con molte più difficoltà: gli over 55. Boeri parla di “reddito minimo garantito”. Solo così si “potrà superare un vizio d’origine del sistema contributivo ovvero quello di non prevedere prestazioni minime per chi non ha altri redditi e ha accumulato un montante contributivo troppo basso per garantirsi una pensione al di sopra della soglia di povertà”. Un primo intervento contro la povertà, insomma. Previdenza ed assistenza come base di partenza. Poi parla di coordinamento, Boeri: “unificare la pensione tra regimi diversi, compresa la cosiddetta gestione separata”, è doveroso. Quindi un’armonizzazione dei tassi di rendimento garantiti ai contributi.
Tema: flessibilità
Boeri si sposta sulla flessibilità. Dalla Fornero in poi vi è una grande flessibilità in uscita (tutele risarcitorie forti ed attenuate). Con Renzi ed il contratto a tutele crescenti, poi, la flessibilità in uscita è cresciuta esponenzialmente. Ecco il perché della necessità della solidarietà intergenerazionale: “chi va in pensione prima deve spalmare questa cifra su molti più mesi di chi va in pensione più tardi”, perciò l’assegno pensionistico sarà più basso per chi lo incassa prima. “Posto che le pensioni siano sufficienti a garantire una vita dignitosa, senza comportare l’intervento dell’assistenza sociale, questa è una flessibilità sostenibile”.
Boeri: “Sistema pensionistico è sostenibile”
Esponendo, infine, l’ultimo pilastro (“vogliamo offrire nuove opportunità di versare contributi, che poi diventeranno un supplemento alla pensione, per chi sta già percependo un trattamento previdenziale”), Boeri si concentra sul rapporto Italia-paesi europei. Quasi sfidandoli, chiede loro: “documentate, come da oggi farà l’Inps, che il vostro sistema pensionistico è sostenibile, come in Italia”. Del resto, chiudendo la relazione: “la sostenibilità sociale di un sistema pensionistico conta non meno di quella finanziaria”.
Daniele Errera