Sondaggio Swg: il voto degli italiani secondo le diverse classi sociali
Sondaggio Swg: M5S molto bene tra i giovani, il Pd male tra i poveri.
Non ci sono più le classi sociali e i target politici di una volta, questo si potrebbe esclamare parafrasando l’abusato proverbio meteorologico e guardando il Sondaggio realizzato dall’Swg che filtra e classifica le intenzioni di voto secondo le categorie socio-economiche degli italiani. Come giustamente sottolineato dall’istituto di ricerca “Lo sguardo dell’elettore non è più ancorato al passato, all’identità da cui proviene, ma è sempre più proiettato alla ricerca di risposte e di affinità elettive con il leader che guida un partito o uno schieramento…. I partiti così diventano delle communities of sentiment, degli agglomerati in cui si entra o si esce facilmente in base alle affinità aspirazionali e di vision.
A livello generale c’è da dire che il Partito Democratico resta il primo partito in quasi tutti i settori della società anche se soffre tra i poveri e viene tallonato dal M5S tra gli operai. I Pentastellati sono di molto sopra la media anche tra la fascia giovane della popolazione. In realtà, però, lo schieramento più votato resta sempre quello del non voto con punte che superano in alcuni casi il 50%.
La prima tabella è dedicata al voto dei millennials, ovvero i ragazzi nati dal 1981 al 2004 (vengono considerati solo i maggiorenni). Come si evince il Pd è primo partito con il 30,2% ma è tre punti percentuali sotto il dato totale. I Cinque Stelle invece volano al 28,0%, facendo segnare un +4% rispetto al dato riferito al totale degli elettori. Il calo della Lega Nord (-2,1%) è in parte compensato dalla prestazione di Forza Italia (+1,3%).
La seconda diapositiva è dedicata alle donne manager e qui iniziano le prime sorprese. Il partito del Presidente del Consiglio lascia sul campo circa 7 punti percentuali così come il M5S, ne approfittano la Lega Nord (+3%) e Sel con un +4,2%.
Chi votano le persone in difficoltà economiche? Sicuramente non guardano al centro sinistra: i dem perdono circa 11 punti e Sel l’1,4%. Vanno a gonfie vele i Cinque Stelle che raggiungono il 32,2% dei consensi, la Lega Nord che sfiora il 21% e Forza Italia che si attesta al 19%. Molto elevata la fetta di persone che non si esprimono, pari al 50,2%.
Passiamo ad un altro bacino (storico?) del centro-sinistra, quello che riguarda gli operai. Qui le cose, per il PD,vanno meglio ma non benissimo: i democratici sono il primo partito con il 30,8% dei consensi (-2,5% sulla media) tallonati da vicinissimo, ancora una volta, dal movimento di Beppe Grillo. La distanza è inferiore ad un punto percentuale e c’è praticamente un +6% rispetto al dato calcolato sul totale degli elettori. Bene anche la Lega Nord che sfiora il 20% (+3,7% sul totale).
Gli ultimi due cartelli sono dedicati alle casalinghe e ai pensionati. Le prime, nel recente passato politico, erano una delle roccaforti azzurre ma adesso la leadership, in questo settore, è tutta per Matteo Renzi che giunge fino al 31,9%. Il dato era impensabile, in questa fascia sociale, per la ditta di Bersani. Cede il passo il M5S che si ferma al 22,2% mentre sale la Lega che anche in questo caso è al 19,7%.
I pensionati si confermano la base e lo zoccolo duro del Partito Democratico. In questa categoria sociale il consenso verso il Partito di Governo raggiunge l’ormai celebre 40,8%. Parallelamente soffrono i Cinque Stelle al 14,6% e la Lega Nord.
Sondaggio SWG: sul web vince Grillo, fuori il Pd
La seconda parte del sondaggio è dedicata al rapporto tra elettori e mondo del web. Tra gli internauti, il M5S è il primo partito con il 30,1% dei voti ma fuori dal web praticamente scompare raccogliendo solamente il 6,1% dei consensi. Il Pd soffre, cede ma alla fine si difende sulla rete, essendo al 28,1% ma fuori raggiunge addirittura il 47,5% dei consensi. Tra le persone che non usano internet buona prestazione anche del Nuovo Centro-Destra che sale al 5,4%.
Twitter sorride a Forza Italia che raggiunge il 19,0% delle intenzioni di voto degli utenti ma in questo caso resta,nonostante una flessione del 3,4%, leader Matteo Renzi con il Pd.