Crisi Grecia, Romano Prodi: “l’Europa ha perso”
Crisi Grecia, Romano Prodi: “l’Europa ha perso”
“Abbiamo evitato il peggio, ma non il male”, è netto il giudizio di Romano Prodi sull’accordo raggiunto a Bruxelles dopo estenuanti trattative sulla crisi greca.
In un editoriale per il Messaggero afferma un concetto ripetuto da molti in queste ore, quello di un’Europa che ha perso la propria anima: “la Grecia ha perso. Ma ancora di più ha perso l’Europa. Ha perso la sua anima ed ha ipotecato il proprio futuro. Ha perso la sua anima perché è ormai esclusivamente dominata dagli interessi elettorali dei singoli Paesi, senza minimamente rendersi conto degli interessi generali. L’Europa ha perso perché quando ci si mette su questa strada non vi è alternativa al comando del Paese più forte”, riferendosi senza neanche troppi sottintesi alla Germania.
Già nei giorni scorsi l’ex presidente della Commissione Europea si era detto costernato che non si riuscisse a risolvere un problema che riguardava in fondo un Paese così piccolo: Noi stiamo mettendo in crisi l’Europa per un Paese che rappresenta il 2% del Pil europeo e che esporta meno della provincia di Reggio Emilia. Questo vi dà l’idea della follia della leadership europea di questi giorni”.
Crisi Grecia, Prodi: “Più difficile una politica comune che vada oltre gli interessi dei singoli Stati”
Pochi giorni fa sempre sul Messaggero Prodi aveva affermato che “Ci sono voluti quattro anni per arrivare ad un compromesso che si sarebbe potuto firmare con conseguenze negative infinitamente minori se la politica europea non fosse ormai totalmente sottomessa alla politica interna dei singoli paesi. Il danno di immagine e di sostanza che l’Europa ha accumulato in questi anni di inerzia sta raggiungendo un punto di non ritorno.
E aveva sottolineato il ritardo in tutti campi, economici e di innovazione che l’europa disunita sta accumulando di fronte al dinamismo di USA e Cina:
“Nessun paese europeo ha il coraggio di misurare le disastrose conseguenze della perdita di velocità che il nostro continente sta accumulando nei confronti di Stati Uniti e Cina non solo in termini di sviluppo ma nei grandi progetti che plasmeranno il futuro del nostro pianeta.
Non una politica energetica comune, un ritardo di almeno dieci anni nella costruzione di un nostro sistema di trasmissione satellitare, non una nostra presenza nelle nuove grandi reti che condizioneranno la vita delle prossime generazioni. Nessun paese europeo dimostra di avere i mezzi e le dimensioni per fare correre le proprie imprese alla pari di Google, Apple, Amazon o Alibaba, a cui già oggi paghiamo (e pagheremo ancora più in futuro) un tributo intollerabile in termini di dipendenza economica e scientifica”
Oggi, prosegue Prodi nell’editoriale sul Messaggero, “l’indebolimento francese e la possibile uscita della Gran Bretagna hanno cambiato la natura dell’Unione. È chiaro che la Germania ha assunto il ruolo di comando non solo per le debolezze altrui, ma anche per le proprie virtù, ma non è riuscita a trasformare la sua forza in una leadership capace di farsi carico degli interessi generali”.