Nucleare Iran: l’accordo migliore per Israele?
Nucleare Iran: drastico ridimensionamento del programma nucleare in cambio della fine delle sanzioni; dopo un anno e mezzo di colloqui siglato l’accordo tra gruppo dei 5+1 e Teheran.
Nucleare Iran: la maratona negoziale
Una maratona negoziale di quasi venti giorni ma alla fine l’accordo sul programma nucleare è stato raggiunto: Usa, Gran Bretagna, Francia, Germania, Russia, Cina – ha partecipato ai colloqui anche Federica Mogherini, capo della politica estera UE – hanno deciso di mettere fine a decenni di sanzioni internazionali contro la Repubblica Islamica che, da parte sua, assicura uno sviluppo nucleare a scopo prettamente pacifico.
Nucleare Iran: un lungo percorso
Tra le priorità dell’agenda diplomatica internazionale da almeno 10 anni, la soluzione delle problematiche legate al nucleare iraniano si è cominciata a intravedere solo nel 2013, dopo l’elezione dell’attuale presidente Hassan Rouhani. Nel novembre di quell’anno, infatti, venne raggiunto un accordo temporaneo ma in seguito vennero perse tutte le occasioni per trovare un accordo duraturo. Finalmente, lo scorso aprile si riuscirono ad abbozzare i parametri dell’accordo odierno.
Nucleare Iran: il comunicato congiunto
Con un comunicato congiunto tutti gli attori coinvolti hanno annunciato con grande soddisfazione l’inizio di una “nuova fase” delle relazioni con l’Iran. Il piano congiunto di azione globale (JCPOA) prevede la limitazione concordata a lungo termine del programma nucleare di Teheran, che potrà avere esclusivamente un indirizzo pacifico sulla linea del Trattato di non proliferazione nucleare, e la revoca di tutte le sanzioni emanate dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU, nonché di quelle bilaterali o nazionali riguardanti i più svariati ambiti (commercio, tecnologia, finanza, energia, trasporti).
Nucleare Iran: il problema Netanyahu
Resta più che scettico riguardo all’accordo Benjamin Netanyahu: un “errore di proporzioni storiche” lo aveva definito ai tempi dell’incontro di aprile a Losanna. “Sono state fatte concessioni troppo ampie – ha ribadito oggi il premier israeliano – l’Iran comincerà a ricevere milioni e milioni di dollari con cui potrà alimentare la sua macchina del terrore che si espanderà per tutto il Medioeriente e per tutto il mondo”. La risposta più calzante alle sue preoccupazioni è arrivata dall’ex primo ministro svedese Carl Bildt: “se davvero Israele pensa che l’Iran fosse lì per lì per acquistare l’atomica, allora dovrebbe essere il più grande sostenitore dell’accordo di oggi”.
Nucleare Iran: i punti chiave
Innanzitutto, l’accordo prevede la creazione di una task force AIEA (Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica): avrà il compito di sorvegliare l’attuazione degli obiettivi e gestire le situazioni controverse. I firmatari dell’accordo si riuniranno ogni 2 anni per monitorare i risultati raggiunti.
L’Iran si è impegnato ad arricchire l’uranio, per 15 anni, solo nell’impianto di Natanz e solo fino al 3,67%. L’impianto di Fordow verrà fortemente depotenziato, comunque non vi si potrà arricchire l’uranio: in generale l’Iran non aumenterà il numero di centrifughe di livello avanzato in suo possesso. Il reattore di Arak verrà indirizzato all’uso civile: non produrrà più plutonio, non verrà accumulata acqua pesante per i prossimi 15 anni.