Grecia, Eurogruppo: “Via libera a terzo piano di salvataggio”
Alla fine è stato un ‘sì’ alle riforme. Tirato, sballottato, detestato ma comunque ‘sì’. Il piano di riforme proposto dai creditori verrà varato in Grecia a brevissimo, la situazione economica lo impone. Una situazione che, tuttavia, ha costituito delle frizioni interne a Syriza.
Il Parlamento ellenico ha dato il disco verde alle riforme con 229 si, 6 astenuti e 64 no. Tra quest’ultimi, ben 40 sono esponenti di minoranza interna a Syriza (che conta 149 rappresentanti). Non sono soddisfatti del pacchetto riforme, ma non lo è neppure il leader Tsipras che commenta così: “non credo che faranno bene all’economia, ma siamo costretti a adottarle”. In soccorso del Primo Ministro, comunque, sono arrivate le opposizioni, con quello che in gergo viene chiamato ‘atto di responsabilità’. L’Eurogruppo “accoglie con favore l’adozione da parte del Parlamento greco di tutti gli impegni presi all’Eurosummit”, invita ad approvare le altre riforme previste il 22 luglio, e dà il via libera “di principio” al terzo salvataggio Esm, soggetto al completamento dei voti dei Parlamenti nazionali attesi entro il fine settimana.
Riforme, Tsipras: “Scelta di responsabilità”
Tsipras non è contento di queste riforme. Si difende facendo quadrato intorno alla difficilissima scelta: “a chi pensa che io sia stato ricattato, come pensano tanti ed hanno scritto tanti media nel mondo, dico che nelle 17 ore di Bruxelles avevo di fronte tre alternative: o l’accordo, o il fallimento con tutte le conseguenze, o il piano Schaeuble (oggi ha ribadito la sua idea “Una Grexit temporanea sarebbe per la Grecia la via migliore“) per una moneta parallela. E fra le tre, ho fatto la scelta di responsabilità”. Tsipras ha definito ‘vendicativi’ chi dall’Europa dell’austerità gliele ha imposte. Tuttavia non capisce chi internamente a Syriza ha votato contro. Tra questi tre Ministri, uno dei quali il celeberrimo Varoufakis, ormai ex Ministro. Si parla di un’ipotesi rimpasto per scrollarsi di dosso la minoranza (il consenso per la parte di Syriza rimasta fedele al premier «è attorno al 40%), ma quest’ipotetico esecutivo durerebbe pochissimo, giusto il tempo di dare l’ok alle riforme. Il ministro dell’Interno greco Nikos Voutsis, intervenendo a Radio Kokkino, ha affermato che “tra settembre e ottobre ci saranno nuove elezioni in Grecia”.
Riforma e la centralità di Bruxelles
D’ora in avanti molto passerà per Bruxelles. Oggi i 28 Paesi Ue hanno raggiunto un accordo di principio sul prestito ponte alla Grecia da 7 miliardi (che durerà fino a metà agosto). L’annuncio ufficiale sarà dato domani. Questo sarà l’intervento d’urgenza, poi sarà la volta di un’iniziativa a più ampio respiro. Le banche greche riapriranno lunedì mentre rimangono confermati i limiti sul controllo dei movimenti di capitale e ai prelevamenti di denaro. L’aiuto del Fmi per la Grecia dipende invece dalla ristrutturazione del debito di Atene che può avere varie forme.
Infine il presidente della BCE, Mario Draghi, ha annunciato che Francoforte ha aumentato la liquidità alle banche greche più o meno nella misura richiesta dalla banca centrale ellenica, pari a “900 milioni di euro”. Draghi ostenta ottimismo: “Tutte le indicazioni mi portano a dire che saremo rimborsati dalla Grecia il 20 luglio, e così anche il Fmi. Il programma per la Grecia negoziato all’Eurosummit – ha aggiunto – non è il solito documento sul risanamento di bilancio, ma un insieme di riforme per far diventare la Grecia un’economia in rapido sviluppo”. Infine un commento sul taglio del debito greco. “È fuori questione che un alleggerimento del debito per la Grecia sia necessario”. Schaeuble non sarà contento.
Daniele Errera