Usa-Cuba: riaprono le rispettive ambasciate
Usa-Cuba: il 20 luglio del 2015 sarà molto probabilmente una di quelle date destinate ad entrare nei libri di storia poiché formalmente segna la fine di un’era.
Usa-Cuba: una giornata storica
Oggi infatti si consuma un’ulteriore e fondamentale tappa di quel processo di disgelo nei rapporti tra gli Stati Uniti e Cuba fortemente voluto presidenti Barak Obama e Raul Castro.
A Washington e all’Avana infatti riapriranno formalmente le ambasciate dei due Paesi e quelli che negli ultimi decenni erano stati i “palazzi delle rispettive sezioni di interesse” torneranno ad essere delle vere e proprie sedi diplomatiche a tutti gli effetti.
Alle 10:30 (16:30 ora italiana) avrà inizio la cerimonia nella capitale americana presieduta dal sottosegretario di Stato John Kerry e dal ministro degli esteri cubano Bruno Rodriguez, primo capo della diplomazia cubana a recarsi a Washington dal 1959. Insieme faranno nuovamente sventolare la bandiera di Cuba in America e l’ambasciata potrà tornare ad essere il centro del dialogo, ormai ritrovato, tra i due Paesi.
Alla cerimonia saranno presenti oltre 500 persone tra membri del Congresso, rappresentanti della comunità cubana negli Stati Uniti e artisti. Al L’Avana invece la riapertura avverrà senza celebrazioni, che avranno luogo solo in occasione della visita di Kerry prevista per il prossimo mese.
Il presidente cubano Castro ha definito la riapertura delle ambasciate “la conclusione della prima fase di quel processo di normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi”. La volontà di voltare pagina, ampiamente manifestata da Obama sin dai primi anni del proprio mandato, era stata annunciata nel dicembre scorso, contemporaneamente dai due Presidenti, che in quell’occasione si erano detti pronti a “parlare di tutto” per raggiungere una svolta storica. Tappe fondamentali erano poi state lo storico incontro, con stretta di mano tra i due, avvenuto a Panama nel mese di aprile e la scelta degli Stati Uniti di rimuovere Cuba dalla lista nera dei Paesi a sostegno del terrorismo.
Usa-Cuba: verso la fine dell’embargo
Da oggi si aprirà dunque una seconda fase nei negoziati che dovrà condurre alla rimozione dell’embargo commerciale, economico e finanziario in vigore dal 1962 e all’apertura di una cooperazione bilaterale in diverse materie. Decisa la posizione di Obama: “siamo di fronte ad un nuovo capitolo. Ora il Congresso deve agire su un embargo che non ha funzionato per oltre 50 anni”. Si tratterà di una fase sicuramente molto complessa perché le divergenze tra i due paesi restano profonde.
In particolare rimane il problema della libertà di pensiero, del diritto di manifestare il proprio dissenso politico, oltre al nodo dei prigionieri politici, in un paese in cui lo sviluppo della libertà economica non si accompagna allo sviluppo di quella politica. Tuttavia, Castro e Obama si sono impegnati a ricercare una soluzione anche in tal senso.
Lo scambio di prigionieri politici avvenuto nel dicembre scorso e la scelta di Cuba di consentire l’accesso agli ispettori di Croce Rossa e Nazioni Unite (per il monitoraggio della situazione riguardante i diritti umani) – il tutto accompagnato da una lettera di Castro alla Casa Bianca in cui si confermava la volontà di rispettare quei diritti sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite – sembra rappresentare un ottimo punto di partenza per consentire all’isola caraibica di rientrare a tutti gli effetti nella comunità internazionale.