Elezioni India: agli exit poll vince Modi
Si è conclusa ieri l’ultima fase delle elezioni politiche in India: il conto dei 551 milioni di voti indicherà la composizione del nuovo parlamento e l’identità del nuovo primo ministro. Per i primi risultati ufficiali bisognerà aspettare fino al 16 Maggio; dagli exit poll riportati dai media indiani, però, sembra che il risultato sia chiaro: le elezioni sarebbero state vinte dalla coalizione di centro-destra, in particolare dal partito popolare, conservatore, nazionalista indù (BJP) di Narendra Modi.
Gli analisti internazionali invitano comunque alla cautela: il risultato degli exit poll indiani è stato ribaltato alle elezioni del 2004 e a quelle del 2009.
Tornando agli exit poll: il partito di Modi potrebbe raggiungere tra i 270 e i 282 seggi in Parlamento, la maggioranza di governo è di 272 seggi; notevole sarebbe dunque la sconfitta del “Congresso” – il partito di centro-sinistra, quello della famiglia di Sonia Gandhi, che governa da 10 anni consecutivi e che, dall’indipendenza del 1947, ha governato l’India per 50 anni – che si dovrebbe fermare tra 92 e 102 seggi.
La campagna elettorale del partito indù di Modi è stata incentrata soprattutto sulla lotta alla corruzione, un fenomeno in rapida crescita in India, incentivato dalla crescita economica. Modi non ha mai fatto mancare le sue critiche al governo su questo versante.
Oratore carismatico e abile comunicatore, particolarmente gradito ai giovani, Modi “nasconde” un passato a dir poco controverso: figlio di un commerciante di thè, in gioventù ha militato nelle file di una formazione di ultradestra vicina al partito che ora guida; fu proprio un militante della Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS) a uccidere il Mahatma Gandhi nel 1948.
La sua ascesa politica è stata favorita dalla continua demonizzazione della minoranza musulmana (13% della popolazione indiana contro l’80% degli indù), una volta eletto a governatore della regione del Gujarat è stato ritenuto tra i responsabili degli scontri avvenuti proprio nel Gujarat subito dopo la sua elezione nel 2002.
Con il passare del tempo Modi è stato bravo a far dimenticare il suo passato diventando il punto di riferimento politico della classe media e degli industriali: nel Gujarat vive solo il 5% della popolazione indiana ma vi è concentrata il 16% della produzione industriale e il 22% delle esportazioni; sviluppo economico ed efficienza le sue parole d’ordine, giocano in suo favore anche le origini popolari che lo fanno ritenere slegato da legami familiari “importanti” che gli indiani ritengono essere alla base dei meccanismi di corruzione.
Guglielmo Sano