Caso Azzollini, il premier: “I senatori non sono i passacarte della procura di Trani”
“I senatori non sono i passacarte della procura di Trani”. E’ quanto affermato dal premier Matteo Renzi ieri in conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri, quando si è espresso sul già ampiamente discusso caso Azzollini. “Avendo rispetto della Costituzione – ha poi aggiunto – dico che rispettare la magistratura è rispettare le competenze dei giudici ma anche degli altri”. In sostanza, Renzi quasi invoca il rispetto della separazione dei poteri tra politica e giustizia: a ciascuno il suo, sulla vicenda le cose sono poco chiare e molto “fumus” non ne rende chiari i contorni.
Renzi ha poi continuato prendendo le difese del capogruppo al Senato, Luigi Zanda: “Sulla libertà delle persone non si vota per indicazione di partito ma guardando le carte. Il capogruppo Pd Zanda ha visto le carte su Azzollini e si è convinto che sia una vicenda molto complicata e che il fumus persecutionis potrebbe esserci e ha lasciato libertà di coscienza. Io non so dire come avrei votato perché non ho letto le carte, ma considero il voto un segno di maturità“.
Ma alla minoranza del partito le parole del premier – come sempre – non convincono, ed essa continua a giudicare quella sul caso Azzolini come una “scelta ipocrita” e contraddittoria rispetto a quanto era stato stabilito dalla Giunta per le Immunità di Palazzo Madama, favorevole all’arresto. E’ intervenuto a commentare le parole di Renzi infatti anche Dario Stefano – che quella giunta la presiede – trovando “particolarmente imbarazzante” che il premier abbia espresso “un punto di vista così affrettato e superficiale sul lavoro svolto dalla Giunta del Senato e dagli stessi componenti della sua area politica che ne hanno votato compatti un’indicazione dopo aver esaminato le carte in maniera scrupolosa”.
Chi invece ha apprezzato, o comunque non additato, le parole del premier è stato il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Rodolfo Sabelli: “Al di là delle parole usate, mi pare che il presidente Renzi abbia voluto distinguere ambiti, reciprocamente autonomi, di una stessa vicenda: quelli dell’autorità giudiziaria e quelli del Senato. Se questo è il senso delle parole del presidente del Consiglio – ha poi aggiunto – non mi pare il caso di alimentare polemiche inutili”.
Naturalmente, chi invece ha accolto con grande assenso le parole del presidente del Consiglio è stato proprio il senatore protagonista della vicenda. Azzollini ha infatti definito quella di Renzi come una “dichiarazione esemplare, nel senso che individua esattamente il compito che le Camere hanno in questi casi”.