Milano, pronto il bando per le moschee. Pisapia “Sono orgoglioso”
A quattro anni dall’elezione del sindaco Giuliano Pisapia, il bando per i luoghi di culto del Comune di Milano sembra essere finalmente pronto.In un’intervista al quotidiano “Libero”, il primo cittadino si dice “orgoglioso del bando sulle moschee”, anche se pienamente consapevole che per realizzare un grande cambiamento non basta un “colpo di bacchetta magica”.
Realtà che non possono essere ignorate
L’iniziativa di voler dotare la città di Expo di una moschea regolare era già parte del suo programma elettorale, ma, stando alle stesse parole del sindaco, questo progetto è stato rallentato dalle numerose voci contrarie, non ultime quelle interne al mondo islamico.
Al bando di gara hanno risposto cinque associazioni islamiche e due evangeliche, ai primi posti in graduatoria ci sono tre associazioni musulmane, pur essendo nel provvedimento stabilito che non si possano concedere più di due lotti a ciascuna confessione (gli spazi contesi sono infatti tre). Il pericolo è allora quello di non venire incontro alla forte necessità di dotare la città di moschee regolari. Ma Pisapia risponde, sostenendo che la multiculturalità di Milano impone di aprire il bando alle numerose confessioni presenti in città. Il sindaco, inoltre, alla domanda se questo provvedimento, in realtà, non abbia sostanzialmente fallito sullo scopo di “far emergere dagli scantinati” realtà religiose che potrebbero costituire un serio pericolo per la sicurezza, risponde che questa non è altro che un’enorme opportunità per i circa centomila musulmani presenti in città, e che, per ragioni evidenti, non potevano essere ignorate le altre realtà religiose.
In realtà, così facendo, resterebbero in piedi numerose moschee di fatto, mentre si era sempre parlato di “emersione” di piccole moschee di quartiere oppure di “luoghi di culto garantiti da sedi diplomatiche”. Allora, quale è la strada maestra? Quella del bando, oppure quella del recupero di queste ipotesi che sembrano rimaste all’angolo? Per il sindaco il grande passo avanti è stato fatto, e chissà che questo modello non possa fungere da apripista anche in Parlamento.
Laura Caschera