Grecia: la Germania tifa per l’ala estrema di Syriza
Grecia: Syriza dice no al prestito-ponte, il partito del premier chiede un accordo pieno con i creditori. La Germania spinge per la prima opzione così da indebolire ancor di più Tsipras.
Grecia: l’accordo di Agosto
Nikos Filis, portavoce di Syriza in Parlamento, è stato chiaro: la Grecia non vuole un nuovo prestito-ponte per pagare le scadenze sul debito ma è alla ricerca di un accordo completo che le consenta di ricevere la prima tranche di aiuti pari a 25 miliardi di euro (il valore totale di essi ammonta a 86 miliardi di euro).
Filis ha chiesto ai deputati del suo partito, anche a quelli più contrari, di restare uniti per il bene del paese, di mettere al primo posto la stabilità della Grecia – non importa quanto le misure da concordare con i creditori potranno essere “austere” – e votare compatti il terzo salvataggio in 5 anni per far ripartire il rifinanziamento dell’economia greca. Solo un voto favorevole dei deputati di Syriza permetterà al governo di rimanere in carica, ha poi aggiunto, cercando di allontanare lo spettro della scissione che aleggia sul partito.
Grecia: la Germania tifa “scissione”
Stando alle ultime dichiarazioni del Presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker, trovare un accordo pieno entro il 20 agosto, quando la Grecia dovrà restituire 3,2 miliardi di euro più interessi alla BCE, è sempre più probabile. Tuttavia, se entro quella data non si dovesse raggiungere un’intesa su tutti i punti di un’eventuale accordo, si renderebbe necessaria l’erogazione di un nuovo prestito-ponte, dopo quello di 71,6 miliardi concesso a luglio.
Tsipras politicamente sta investendo tutto il capitale politico che gli rimane sul raggiungimento di un accordo completo (innanzitutto, metterebbe a tacere il dissenso all’interno di Syriza), d’altra parte, non tutti i creditori sembrano disposti a mettere da parte le proprie richieste in modo da raggiungere l’accordo stesso entro i termini fissati.
Lo scontro principale è quello sulla ristrutturazione del debito greco: l’FMI vorrebbe che cominciasse subito, per la Germania, invece, neanche se ne parla se prima non si vedono le riforme. A Berlino si teme in particolare che, una volta incassato l’accordo, Atene ricominci il “tira e molla” visto nei mesi scorsi. Inoltre, se non si trovasse un accordo completo entro agosto e si optasse per un nuovo prestito-ponte, si andrebbe con tutta probabilità ad elezioni anticipate e Tsipras, stavolta, non potrebbe alzare più di tanto i toni contro i creditori. Anche se venisse rieletto, la sua capacità contrattuale sarebbe ancora più inferiore a quella attuale, in più l’ala estrema di Syiriza avrebbe ancora più facilità ad attaccarlo, mostrando come si sia piegato alle condizioni della Troika.