Berlusconi, quel silenzio che alimenta i dubbi
Dove sta andando Forza Italia? La domanda è lecita, soprattutto se si guardano gli ultimi movimenti in casa azzurra. Che ad agosto, complici anche le vacanze ovviamente, sono stati quasi nulli. Da Arcore arriva un silenzio assordante che può essere interpretato in due modi. Preparazione di una nuova strategia (magari l’elaborazione di un Nazareno bis) oppure un rompete le righe, figlio di uno scoramento generale. Gli ultimi sondaggi arrivati sulla scrivania di Arcore, dipingono un partito che galleggia tra l’8 e il 10%, ben lontano dal 20% agognato da Berlusconi. In più l’Altra Italia, la fondazione pensata dall’ex premier per rifondare il centrodestra, è naufragata prima ancora di salpare. Naufragio che a dir la verità, non è dispiaciuto a molti senatori azzurri, che vedevano nella creatura pensata da Berlusconi, un’arma di rottamazione di massa.
I silenzi di Arcore, però, alimentano i dubbi dei più. Andare avanti con un’opposizione morbida, oppure deporre le armi e firmare con Renzi un accordo di non aggressione? Gli azzurri, non lo dicono ma lo pensano, si sentono disorientati. La polemica tra Chiesa e Lega sul tema dell’immigrazione, ha spaccato in due un partito che un tempo era considerato il protettore delle istanze ecclesiastiche. Ci sono gli oltranzisti che vogliono sposare la linea salviniana e quelli filo governativi che vogliono ricucire i rapporti con il governo. I primi attratti dai sondaggi che vedono il leader leghista veleggiare verso quota 20%, i secondi che vogliono riabbracciare gli ex verdiniani passati al “nemico”. Le ultime parole di Berlusconi sembrano però parlare chiaro. Avanti con la Lega (l’alleanza ha pagato bene alle ultime regionali).
L’incontro tra Salvini e Berlusconi
Il leader di Forza Italia e Salvini si incontreranno molto probabilmente settimana prossima. Al centro delle discussioni ci saranno, linea da seguire in Parlamento, ma soprattutto, i nomi dei prossimi candidati sindaco (che però non verranno scelti attraverso le primarie come vuole il segretario leghista). A Milano, con l’auto esclusione di Del Debbio (piaceva anche a Salvini), bisognerà trovare un altro nome vincente. A Torino, stuzzica l’idea del conduttore tv Massimo Giletti (lui però ha per ora respinto le avances). A Roma, se si dovesse andare a votare, piace il nome di Alfio Marchini. Diversa la situazione a Napoli dove il partito è diviso in mille correnti. A Berlusconi e Salvini il compito di metterci una pezza.