Ncd al bivio, rimanere con Renzi o tornare con Forza Italia?
Nunzia De Girolamo non fa più parte di Ncd. Lo ha annunciato ieri mattina al programma di approfondimento Agorà, su Rai Tre: “Non faccio più parte della maggioranza. Non sono più dentro il Nuovo Centro Destra. Secondo me non esiste più Ncd. Il mio partito si sta spostando a sinistra”. Molto probabilmente tornerà in Forza Italia perché – dice – “sono nata in quel partito attaccando i manifesti”. Ma non è ancora ufficiale e nei prossimi giorni se ne saprà qualcosa di più.
La fuoriuscita dell’ex capogruppo di Ncd alla Camera comunque era cosa nota da tempo. Ma la De Girolamo ha deciso di rendere pubblica la propria decisione solo due giorni fa in un’intervista al Corriere della Sera. “Eravamo partiti con un obiettivo e abbiamo fallito – aveva dichiarato la deputata beneventana – adesso l’obiettivo di Alfano è quello di andare nel centrosinistra mettendo insieme tutte quelle forze più disparate che, a vario titolo, si autodefiniscono moderate. Penso a Pier Ferdinando Casini, a Lorenzo Cesa, a Scelta civica… Senza dimenticare i tanti che oggi sono pronti a saltare con Renzi e fino a ieri cantavano a squarciagola ‘Meno male che Silvio c’è’”.
Ncd, il rapporto con Renzi
Che Nunzia De Girolamo non fosse proprio allineata (eufemismo) al governo Renzi, non era certo una novità. La sua era una delle poche voci critiche all’interno della maggioranza e, soprattutto, dentro il suo partito che può contare ad oggi su una schiera di 34 parlamentari alla Camera e 35 al Senato (il gruppo è Area Popolare che comprende anche i centristi di Casini). Ergo: Ncd è fondamentale, almeno a Palazzo Madama, per la sopravvivenza del governo Renzi. Nonostante questo, il potere contrattuale del Nuovo centro Destra sembra essersi quasi del tutto dissolto dopo la scoppola subita alle scorse elezioni europee (4,38%, incluso l’Udc) e con i sondaggi che danno il partitino di Alfano ampiamente sotto la soglia di sbarramento del 3% prevista dall’Italicum.
Così – al netto delle uscite pubbliche di Alfano che continua a ripetere come un mantra che è Renzi a farsi dettare il programma dai suoi alleati di governo e non il contrario – il motivo principale dell’addio di Nunzia De Girolamo sta proprio in questo: vedrete – è il succo del suo ragionamento – alla fine Renzi imbarcherà tutto e tutti nel suo partito della Nazione.
Se da una parte la scelta della De Girolamo è stata sottaciuta (o comunque legittimata) da molti esponenti di Ncd che a “Nunzia” rimangono legati sotto il profilo umano, dall’altra il suo addio sta creando non poche divisioni interne al centrodestra. Il segretario di Ncd e ministro dell’Interno Angelino Alfano aveva minimizzato la questione ancor prima dell’annuncio ufficiale: “Ciascuno – diceva una settimana fa – e’ libero di realizzarsi come crede, rispetto le scelte di tutti”. Dello stesso tenore le parole di Maurizio Lupi, proprio colui che l’8 aprile scorso aveva sostituito la “dissidente” De Girolamo come capogruppo dei deputati di Ncd alla Camera: “Nunzia, che è una carissima amica, è libera di tornare in Forza Italia che però sta implodendo e si sta facendo dettare la linea politica da Salvini”. Infine, sul caso è intervenuto anche il sottosegretario alla Difesa e coordinatore di Ncd, Gioacchino Alfano in un’intervista pubblicata ieri dal Corriere del Mezzogiorno: “Capisco Nunzia e comprendo il suo disagio. Ma c’è una cosa che non mi torna: come si fa a scegliere di aderire ad una coalizione nella quale, oggi, il leader incontrastato è Salvini, con tutto il corollario di intolleranza e di populismo e di demagogia che lo circonda?”.
Mastella e Mussolini contro De Girolamo
Ma la scelta della De Girolamo ha creato non pochi malumori anche all’interno degli altri partiti della possibile coalizione di centro-destra. E in particolare da Forza Italia dove, a quanto riporta Dagospia, la levata di scudi arriverebbe proprio da due esponenti di peso del partito entrambi conterranei dell’ex ministro De Girolamo: Clemente Mastella e Alessandra Mussolini. I due, come riporta il sito diretto da Roberto D’Agostino, avrebbero addirittura minacciato di andarsene nel caso in cui Nunzia De Girolamo dovesse tornare all’ovile.
Con Mastella c’è un antica ruggine culminata con lo scandalo della Asl di Benevento scoppiato nel gennaio 2014 che poi portò alle dimissioni da ministro della stessa De Girolamo. In un’intervista al Fatto Quotidiano l’ex ministro della Giustizia aveva denunciato la disparità di trattamento mediatico tra lo scandalo che aveva riguardato la sua famiglia e quello della De Girolamo. La risposta della deputata beneventana non si era fatta attendere, con tanto di sms pubblicato sui giornali: “Sei una merda! Ti querelo. Mi stupisce che uno che è padre e che ha avuto così tanti problemi con il figlio possa dire quelle cose a una dell’età del figlio. Esiste Dio e con te non sarà clemente!”.
Con la Mussolini invece, tutt’altra storia. Un tempo le due erano addirittura amiche, poi dopo la scissione di Ncd tutto si è dissolto. Anche i rapporti umani. Tanto che nel marzo scorso, a margine di una convention di Alleanza Nazionale, Alessandra Mussolini arrivò a fare una pesante allusione sessuale sulla capogruppo di Ncd: “La De Girolamo non so come sia diventata deputata, anzi lo so, ma non ve lo dico”. Querelata anche lei.
Se non bastasse la coppia Mussolini-Mastella, Dagospia scrive che Berlusconi avrebbe riscontrato malumore anche da un altro esponente molto influente sulle decisioni dell’ex premier che, però, non fa parte direttamente di Forza Italia: Francesca Pascale. E il suo parere potrebbe contare più di tutti.
Giacomo Salvini