Luciano Canfora: “Rai e stampa con Renzi”
Ricordate l’imperatore Augusto del I secolo a. C.? Succede che venga spesse volte associato al nostro presidente del Consiglio. Renzi è riuscito in breve tempo ad ammaliare non solo l’elettorato ma anche il mondo giornalistico che quasi indistintamente ritiene che lui abbia le carte giuste per governare bene l’Italia. Di certo Renzi è riuscito nell’impresa che invece non ottenne Berlusconi: quest’ultimo aveva effettivamente dei giornali che gli davano addosso, che lo criticavano anche aspramente (come succede in un paese normale), invece Renzi ha ricevuto spontaneamente l’appoggio incondizionato della maggior parte delle testate italiane. Chi la pensa così è Luciano Canfora, noto storico e filologo, che intervistato da Silvia Truzzi de Il Fatto Quotidiano ricorda che “ai tempi del Fascismo c’erano le veline del Minculpop, ora la categoria giornalistica ha volontariamente accettato di obbedire: è una forma di servitù spontanea al capo, come la chiamava Tacito, da parte di tanto personale giornalistico. Un sistema che assomiglia molto a un regime a carattere dirigistico”.
Il paragone tra Renzi e Augusto continuerebbe nel fatto che entrambi arrivati al potere abbiano avviato un’epurazione-rottamazione alla quale subito dopo si è assistito ad un accordo con la vecchia classe dirigente che ha permesso loro di comandare da una posizione di forza sottomettendo in poco tempo i vecchi rappresentanti politici, (nel caso di Augusto l’intero Senato).
“Quella di Augusto”, spiega il professor Canfora, “è la tipica parabola del potere scaturito da una rivoluzione e approdato a una forma originale di restaurazione”.
Renzi accusa spesso l’antiberlusconismo di avere bloccato l’Italia. Per Canfora questa è “una sciocchezza” perchè al contrario nel ventennio berlusconiano si è assistito a una graduale convergenza di programmi e idee tra i due principali schieramenti, che ha causato una loro condivisione per la gestione del potere “a beneficio delle classi più abbienti”.
Lorenzo Chemello