L’ardua impresa di Civati: trovare le firme per otto referendum. Sarà “Possibile”?
L’ex deputato dem Giuseppe Civati – fuoriuscito dal Pd lo scorso maggio – sta mettendo molto impegno ed energie per combattere alcune battaglie che i più sembrano ignorare: la sua nuova aggregazione politica che riprende il nome dal partito della sinistra spagnola, “Possibile”, ha infatti proposto ben otto referendum su diversi temi che vanno dalla riforma elettorale, alle trivellazioni, al Jobs Act, alla buona scuola.
In sostanza, un vero e proprio tentativo – non il primo – di “distruggere” buona parte dell’operato del governo Renzi; solo che l’impresa non è certo facile, dato che per indire un referendum sono necessarie cinquecentomila firme e Civati deve trovarle entro il prossimo 30 settembre 2015.
I quesiti referendari: priorità Italicum
Se interessati, per firmare gli otto quesiti referendari è possibile connettersi al sito http://referendum.possibile.com/quesiti/ e utilizzare la propria firma autenticata oppure, per i nostalgici di carta e penna, dirigersi direttamente ai banchetti che in molti stanno organizzando qua e là, anche autonomamente.
Ma cosa riguardano, di preciso, i quesiti di Civati? Innanzitutto l’odiato e contestatissimo Italicum: quindi “l’eliminazione dei capilista bloccati e delle candidature plurime” e, in secundis, “l’eliminazione della legge elettorale proporzionale con premio di maggioranza, capilista bloccati e candidature plurime”. Poi, dal terzo al quinto, si passa a parlare di “riconversione ecologica dell’economia” e perciò dell'”eliminazione delle trivellazioni in mare”, dell”eliminazione del carattere strategico delle trivellazioni” e delle “grandi e piccole opere”. In conclusione poi, lavoro e scuola: “Possibile” vuole escludere la previsione del demansionamento, tutelare il lavoratore dai licenziamenti illegittimi ed “eliminare il potere di chiamata del preside-manager”.
Le adesioni
Ma chi vuole aderire all’ardua impresa e sostenere Civati? “Civati mi sembra l’unico che può ancora avere qualche credibilità in tutta la banda che si muove (piuttosto scompostamente, in verità) nell’area fra Pd e M5s. Non ho ancora capito se “Possibile” fa parte o no del cantiere Vendola-Ferrero-Fassina-Campanella o no e come si pone verso la coalizione sociale di Landini”, ha dichiarato il saggista Aldo Giannulli, vicino al M5s. Per il resto manca unità di intenti e convinzione: Sel, Landini, Cgil e il movimento per la scuola sono tutti divisi o poco convinti.