Legge di stabilità, l’Ue gela Renzi: “Flessibilità già concessa”
Al rientro dalla pausa estiva, il governo e il segretario-premier, Matteo Renzi, dovranno fare i conti con un vero e proprio “autunno bollente”. Ad un mese e mezzo dal varo della Legge di Stabilità e a poco meno di venti giorni dall’aggiornamento del Documento di Economia e Finanza, sono molte le incognite che pesano sulla strada delle riforme messe in cantiere dal governo.
Nel giorno in cui l’ISTAT certifica un importante calo dei tassi di disoccupazione e un incremento del prodotto interno lordo superiore alle attese, il governo è chiamato ad affrontare quelli che sembrano essere i mesi più difficili della XVII legislatura. Tra emergenza immigrazione e terrorismo, Giubileo e caso Mafia Capitale, riforma costituzionale, unioni civili, RAI ed ex finanziaria saranno molti i punti su l’esecutivo dovrà trovare la quadra del cerchio.
A preoccupare, al di là dei numeri al Senato sul DDL Boschi (su cu il premier si dice certo) e delle distanze ideologiche tra PD e Area Popolare sui diritti da riconoscere alle coppie di fatto, sono le coperture che necessariamente dovranno essere scovate per far fronte alle numerose misure annunciate da Renzi.
Legge di stabilità, manovra da 30 miliardi di euro
Secondo fonti vicine al ministero del Tesoro, la manovra d’autunno del governo Renzi oscillerebbe tra i 25 e 30 miliardi di euro e a questo punto decisiva sarebbe la flessibilità concessa al nostro Paese dall’Europa.
In primo luogo, come più volte ribadito dal premier, dovranno essere reperiti circa 4 miliardi e mezzo di euro per far fronte all’abolizione della Tasi sulle prime case e dell’Imu sui terreni agricoli e sugli impianti imbullonati. Inoltre, secondo il ministro Delrio, il governo vorrebbe confermare anche il bonus casa (gli sgravi del 55 e 65%).
Si prevedono interventi anche per i cosiddetti incapienti, esclusi nell’ultima finanziaria dal bonus degli 80 euro e rimasti a bocca asciutta anche a primavera, dopo che il tesoretto loro destinato dal governo è stato utilizzato per ripagare (in minima parte) i pensionati a seguito della sentenza della Corte Costituzionale. E misure specifiche saranno indirizzate anche alle famiglie, vero e proprio cavallo di battaglia di AP e baratto politico del partito di Alfano con la legge sulle unioni civili: previste misure su asili nido, famiglie numerose e povertà infantile.
E ancora, 2 miliardi saranno necessari per poter rifinanziare le missioni di pace all’estero e altrettanti (se non di più) saranno utilizzati per far fronte alle misure bocciate dalla Consulta. Oltre alla Robin tax, il cui costo per lo Stato è di circa 700 milioni di euro, bisogna trovare fondi anche per la rivalutazione delle pensioni (500 milioni) e per il rinnovo dei contratti pubblici (1 miliardo). Con l’incognita del meccanismo tributario contro l’evasione dell’Iva, la cosiddetta reverse charge, bocciata da Bruxelles e che ha significato mancati incassi per lo Stato pari a 728 milioni di euro.
Per non parlare della riforma delle pensioni. Dopo che due giorni fa l’ex ministro Fornero, in un’intervista all’Ansa, ha aperto a modifiche sulla riforma previdenziale, si ipotizza una maggiore flessibilità in uscita. Ma la parte del leone la faranno le celebri clausole di salvaguardia, che scatteranno il primo gennaio 2016 per un valore di 16,2 miliardi di euro: se non scongiurate, inevitabile sarà l’aumento dell’Iva, delle accise sulla benzina e il taglio delle detrazioni fiscali.
Legge di Stabilità, interventi anche per le partite Iva
Si prevede un intervento anche sulle partite Iva, che da un anno ormai sono in attesa di una mossa del governo sul regime dei minimi.
Da dove arriveranno tutti questi soldi? Dieci miliardi dal taglio della spesa (4 miliardi dalle detrazioni, dal taglio delle partecipate e degli immobili pubblici, altri 6 miliardi dai tagli alla sanità e ai ministeri). Altri 15 miliardi saranno conseguenza della maggiore flessibilità concessa da Bruxelles, del rientro dei capitali illegali dall’estero e della minore spesa sugli interessi.
Legge di Stabilità, alt dell’Ue
I 15 miliardi previsti dalla flessibilità (ulteriore) concessa da Bruxelles potrebbero non arrivare. Oggi infatti fonti dell’Ue hanno ricordato che la flessibilità, sotto forma di riduzione da 0,5% a 0,1% dell’aggiustamento, è già stata concessa all’Italia la primavera scorsa in cambio delle riforme. Le stesse fonti notano che il paese “ha già fatto progressi nelle riforme ma ora è essenziale che non si perda lo slancio nella messa in atto. Il che è fattore chiave per esaltare il potenziale di crescita dell’Italia”.
Bocciata anche la proposta di ridurre le tasse sulla casa perchè contraria alle raccomandazioni Ue. “Abbiamo letto i recenti annunci sulle tasse in Italia, ma non avendo dettagli sui piani non possiamo fare commenti. Però è ben noto che il Consiglio ha raccomandato che l’Italia sposti sugli immobili ed i consumi il carico fiscale che grava su lavoro e capitali”.
Francesco Ferraro