Abolizione Imu Tasi, ecco dove Renzi troverà le coperture
L’annuncio del premier Matteo Renzi che ha decretato il funerale per Imu e Tasi il 16 dicembre, è stato bollato dalle opposizioni come una “sterile propaganda”. Sono tante le incognite che seguono una dichiarazione forte come quella fatta dal capo del governo durante l’intervista a Rtl. Prima fra tutte quella che riguarda le coperture. Ieri fonti dell’Ue hanno sostanzialmente avvertito l’esecutivo: “Spostate sugli immobili ed i consumi il carico fiscale che grava su lavoro e capitali”. Tutto il contrario di quello che si appresta a voler fare Renzi che infatti ha chiesto a Bruxelles di non ficcare il naso in casa degli altri.
Abolizione Imu Tasi, l’analisi di Zanetti
Ad analizzare meglio la questione ci ha pensato pochi giorni fa il sottosegretario al ministero dell’Economia Enrico Zanetti, che, intervistato dal quotidiano online Affaritaliani.it, ha provato a calcolare il costo dell’abolizione di Imu e Tasi dal 2016 annunciato dal presidente del Consiglio.
“Il gettito nel 2014 della Tasi sulla prima casa è stato circa di 3,4 miliardi di euro. Se per Imu Renzi intende quello che si paga su ville e castelli – le A1, A8 e A9 che erano rimaste soggette a Imu – sono circa un altro centinaio di milioni. Quindi diciamo che il costo totale dell’operazione si aggira sui 3,5 miliardi”.
Per quanto riguarda le coperture, Zanetti ha precisato che “questa misura va in legge di Stabilità e, quindi, rientra in quel monte manovra di circa 25 miliardi di euro che comprende anche gli interventi per neutralizzare le clausole di salvaguardia e altre misure che sono allo studio. Le coperture verranno trovate dalla spending review, dai miglioramenti legati al costo del debito e dalla flessibilità sul deficit. Dal nostro punto di vista, in un’ottica triennale e non solo annuale – ha aggiunto – la compente di copertura derivante da efficienze sulla spesa deve essere prevalente rispetto a quella che deriva ddalla flessibilità del deficit. Quest’ultima deve servire come acceleratore degli spazi per ridurre le tasse, ma non può essere addirittura il primo pilastro. L’attenzione sulle coperture deve restare in particolare sull’efficienza sulla spesa”. I risparmi ha osservato riguarderanno tutti i settori anche gli enti locali e la sanità. “Non verranno fatti interventi che colpiscono in modo lineare un settore ma interventi, come quello sulle centrali di spesa, che, inevitabilmente per tutti i comparti di spesa, ciascuno per la propria quota e indirettamente, porteranno a risparmi di efficienza. Non semplici tagli a prescindere dalle esigenze”, ha detto.
Abolizione Imu Tasi, sindaci preoccupati
Sulla questione sono intervenuti anche i sindaci, allarmati per il mancato introito nelle casse comunali di Imu e Tasi. “Siamo d’accordo, come sindaci, sull’abolizione della tassa sulla prima casa, perché ci rendiamo conto che nel Paese, in cui l’81% delle famiglie vive in proprietà, occorre tenere conto di questo dato, dopodiché abbiamo anche sempre ribadito che occorre garantire ai Comuni, in altro modo, le risorse che fino ad oggi erano garantite dalla Tasi e dall’Imu” afferma all’Adnkronos il sindaco di Torino e presidente dell’Associazione nazionale dei Comuni italiani (Anci) Piero Fassino.
“Naturalmente su questo il premier ha detto sempre parole chiare, ribadendo che l’abolizione dell’Imu e della Tasi non si sarebbe tradotta in una riduzione delle risorse per i Comuni – sottolinea Fassino – Attendiamo di conoscere le proposte del governo per realizzare questo obiettivo”. I sindaci sono pronti a discuterne con l’esecutivo anche in vista della legge di stabilità: “È prassi ormai degli ultimi anni che ci sia un confronto tra Anci e governo sulla legge di stabilità, spiega il leader dei sindaci spiegando che i sindaci hanno delle »proposte da portare al tavolo con il governo”.
Abolizione Imu Tasi, a beneficiarne saranno i ricchi
La Cgia di Mestre lancia però l’allarme: a beneficiare dell’abolizione della tassa sulla casa saranno i ricchi. L’abolizione porterà risparmi per 204 euro medi a famiglia, ma i più “ricchi” – sempre che il Governo decida di abolire anche l’Imu su ville, castelli e abitazioni signorili – le cose andranno molto meglio: il risparmio si aggirerà attorno ai 2.000 euro.