Viaggio negli Usa, Marino si difende mentre il M5S lo porta in consiglio comunale per le spese
Dagospia.com è la pubblicazione web adatta a mettere la cosiddetta ‘pulce nell’orecchio’. In questo caso il sito di Roberto D’Agostino prende di mira il sindaco di Roma, Ignazio Marino, reo di aver professato secondo quanto viene riportato “bufale dalle gambe corte”. Oggetto delle ‘bugie’ del primo cittadino della capitale sono i costi dei viaggi istituzionali per gli Stati Uniti d’America. Anche i 5 Stelle rincarano la dose e chiedono spiegazioni a Marino.
In principio vi fu il viaggio di fine 2013, tra New York e Washington D.C.: un rimborso di ben 6.000 euro. Poi Davos 2014 (473,22 euro) e altri ancora. Non solo: vi sono anche “importi delle spese sostenute per i viaggi di servizio e missioni”. Praticamente è così esclusa la carta di credito di Marino ‘appoggiata’ sulla tesoreria di Roma Capitale. Si tratta di viaggi a Milano (più volte), Palermo, Firenze, Barcellona, Ankara (per un convegno medico), Parigi, Bruxelles ed altro ancora. A quanto ammonterà quella cifra? L’importo verrà rivelato venerdì in Consiglio Comunale, grazie ad una battaglia targata Movimento 5 Stelle.
Poi tutta una serie di altre mete che il Corriere della Sera riporta con i relativi rimborsi spesa: “a Madrid (6-7 aprile) per una conferenza nel ‘Forum Nueve Ciudad’, 588,76 euro. A Riyhad (dal 29 marzo al primo aprile), 1.892,89 euro per ‘incontro col governatore’. A Boston (29 maggio/1 giugno), 125,48 euro per una conferenza. A Londra (12-13 agosto) incontro col vicesindaco e lord mayor della città: 411,39 euro. A New York (21-23 agosto), 1.228,20 euro per ‘incontri istituzionali su urbanizzazione di Roma’”. Sommati i vari viaggi istituzionali (di cui, quindi, si conosce l’importo dei rimborsi spesa), secondo Ernesto Menicucci del quotidiano fondato nel 1876, si arriverebbe ad una cifra vicina ai 17.500 euro. “Ma i viaggi, in due anni, sono anche di più”, avverte Menicucci. E le loro spese non figurano alla luce del sole. Per questo è dovuto intervenire il M5S.
Daniele Frongia, capogruppo pentastellato in aula Giulio Cesare (sala consigliare del Comune di Roma, ndr), attacca: “abbiamo esteso la richiesta di accesso agli atti per le spese del sindaco Marino anche a questo ultimo viaggio, sul quale abbiamo forti dubbi di opportunità politica, viste le frequenti visite negli Usa durante la consiliatura. Cercheremo di capire anche chi ha pagato per questa missione”. Una situazione che potrebbe addirittura sfociare nel reato di peculato, secondo il capogruppo della Lista Marchini, Alessandro Onorato.
Marino si difende. Aveva promesso che il viaggio non sarebbe costato un euro ai contribuenti capitolini e che l’invito era arrivato addirittura dal Pontefice stesso, ma i suoi detrattori lo accusano di falsità: su tutta la linea, niente escluso. Di più: per un convegno, ovvero per la lettura di una ‘lectio magistralis’ organizzata dal rettore della Temple University, Marino si sarebbe fatto pagare. Lo difende il professore universitario della stessa università, Antonio Giordano: “dov’è il problema? In questi casi sempre viene corrisposto un cachet al relatore, non so quanto sia, ma non credo pazzesco. Non vedo perché Ignazio avrebbe dovuto rifiutarlo”. Un’ulteriore tegola per la tenuta più mediatica che politica di Marino al Campidoglio.
Daniele Errera